- AltoVicentinOnline - https://www.altovicentinonline.it -

Pedemontana, il debito che pesa sui veneti. M5S: “12 miliardi, inevitabili tagli ai servizi”

Non c’è niente da fare: ognuno difende i propri interessi. E il governatore uscente del Veneto non fa eccezione. Per Luca Zaia, la Pedemontana Veneta è un successo. Qualche giorno fa, a Treviso, durante la presentazione dei candidati della Lega alle regionali, ha annunciato: “abbiamo superato gli 85 mila transiti al giorno”. Un entusiasmo che però lascia nell’ombra un dettaglio fondamentale: il conto che i veneti continueranno a pagare fino al 2059. A ricordarlo è il deputato del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti arrivato ad Asiago nei giorni scorsi: “nei prossimi 39 anni costerà 12 miliardi di euro, praticamente tutto ancora da pagare”. È il prezzo del canone che la Regione dovrà versare a Sis per l’utilizzo della superstrada. Un macigno che continuerà a pesare sulle casse pubbliche ben oltre la fine di questa legislatura.

Zaia, come riporta TrevisoToday, insiste invece sulla narrazione dell’opera “ereditata con 300 milioni di euro di espropri da pagare, 94 chilometri e mezzo di tracciato e altri 68 di viabilità accessoria”, qualcosa che altri, dice, avrebbero forse abbandonato. Rivendica poi il percorso dell’infrastruttura: progetto degli anni ’90, realizzazione nel 2002, gara nel 2006, aggiudicazione nel 2009, lavori dal 2011.  Cita poi i ‘problemi finanziari, due anni di Covid’, e infine la grande opera da 2 miliardi e 258 milioni completata in nove anni di puro costo lavoro.

Ma c’è un passaggio che il governatore non cita, e che fa tanta differenza. Il project financing prevedeva che il rischio d’impresa fosse completamente a carico di Sis. Nel 2017, però, nasce una nuova convenzione, decisamente più onerosa per la Regione: il canone, che avrebbe dovuto concludersi nel 2033, viene esteso fino al 2059. È qui che nasce il maxi-debito da 12 miliardi ricordato da Cappelletti, molto distante dal miliardo e mezzo previsto nella convenzione originaria.

Una parte del debito verrà coperta dagli incassi dei pedaggi, ma il resto graverà direttamente sul bilancio regionale. E c’è chi paventa che per onorare questo impegno si dia il via a tagli che peseranno in Regione. “Inevitabili i tagli agli altri servizi regionali, poiché la previsione di flusso errata e i conseguenti pedaggi non saranno sufficienti a ripagare i finanziatori dell’opera” precisa Monica Gios, candidata pentastellata al consiglio regionale veneto.“Zaia ci lascia una bomba economica”, ha ribadito Cappelletti  nell’incontro elettorale ad Asiago. “Ha trasferito tutto il rischio dal privato al pubblico: la Regione paga e pagherà, con un canone che cresce anno dopo anno”.

La Pedemontana Veneta è da tempo nel mirino della Corte dei Conti, che già nel 2022 aveva avvertito del potenziale buco da 12 miliardi. I numeri confermano le preoccupazioni: nei primi nove mesi del 2024 la superstrada ha generato un passivo di 47 milioni di euro. Lo certifica un referto della Sezione di controllo della Corte dei Conti del Veneto: tra marzo e novembre dell’anno scorso, la Regione ha incassato 93,5 milioni di euro di pedaggi, ma ne ha dovuti sborsare 140,8 a Sis come canone di utilizzo.

Una differenza che pesa. E che segnerà la storia, e il futuro, della Pedemontana. E dei veneti. Fino al 2059.

P.V.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su: