“Il bello di una comunità politica è che ci sono declinazioni diverse dei principi fondamentali. Ognuno li interpreta e li declina come pensa che sia più opportuno. Io sono convinta che stiamo andando tutti avanti rispettando i principi della Lega, per fare il partito più potente, più influente, più vivace”.
Milena Cecchetto, 53 anni, vannacciana convinta e primo cittadino di Montecchio Maggiore per dieci anni, è pronta a scendere in campo e candidarsi come consigliere regionale alle prossime elezioni.
Lei, appassionata di vita militare, ha affrontato il suo percorso politico con l’umiltà, la lealtà e la determinazione che la contraddistinguono, e nel quale, certamente, ha sempre onorato tutti i suoi mandati, amministrando Montecchio Maggiore con rettitudine morale, nel rispetto assoluto della legalità, con la massima considerazione per le istituzioni che ha sempre rappresentato per i suoi cittadini che continuano a sostenerla e a darle fiducia.
Da dove nasce la sua passione “militare” per il generale Vannacci?
Sono cresciuta in una famiglia dove l’uniforme era rispetto, non potere. Dove ordine e disciplina erano la regola. Se avessi scelto la carriera militare, forse oggi sarei generale anch’io. Non è solo ammirazione: è una questione di valori. In un mondo dove tutto si relativizza, io credo ancora nella parola “dovere”.
Dove ha conosciuto il generale Vannacci?
Ci siamo incontrati ad alcuni eventi della Lega. La sua nomina a vice segretario è arrivata dopo l’elezione a Bruxelles. Anche nel nostro territorio ha raccolto consensi veri. Perché parla una lingua diretta, che la gente capisce.Su quali temi si trova in linea con lui, e su quali no?
Ogni libro ti parla in modo diverso. In alcuni passaggi mi ritrovo, in altri meno: è naturale. Ma condivido la sua denuncia su un’Europa che ha perso la bussola e su un ambientalismo diventato ideologia. Anche Bruxelles, alla fine, ha dovuto smontare il Green Deal. Io resto per un Veneto che produce, non che si fa bloccare dai veti.
Lei ha portato avanti battaglie delicate come il fine vita e la dignità femminile.
Dopo l’episodio di molestia che l’ha vista vittima, cosa pensa oggi di quella brutta esperienza?
Non la dimentico. Ogni giorno leggiamo di donne violentate o uccise: non è una notizia, è un bollettino di guerra. In Regione ho voluto l’Osservatorio contro la violenza di genere. Il Veneto, anche stavolta, è arrivato prima. Ma non basta: continuerò finché ci sarà anche solo una donna da difendere.
Il patriottismo è dei militari o di tutti?
Il patriota non è chi marcia, ma chi ama la propria terra. Io amo la mia. Ho servito Montecchio Maggiore con orgoglio e oggi rappresento i vicentini in Regione. Essere patrioti significa fare, non parlare.
Perché secondo lei il libro di Vannacci ha spaccato così tanto l’opinione pubblica?
Perché molti parlano senza averlo letto. È l’Italia del “sentito dire”. Eppure tanti concetti li aveva già scritti Oriana Fallaci anni fa: anche lei fu attaccata, ma aveva visto lungo. Io non ho dimenticato le sue lezioni.
Nel suo programma per le regionali, quali sono i punti chiave?
Lavoro, impresa, sociale, agricoltura, infrastrutture. Ho scritto leggi sulla disabilità, sulla violenza contro le donne, sulla valorizzazione dei prodotti locali, sull’agricoltura verticale. Ma c’è ancora molto da fare: per la nostra polizia locale, per le famiglie, per chi tiene in piedi la comunità ogni giorno. Il mio impegno è dare voce ai vicentini, sempre.
Rinunciò a ottomila euro al mese per tornare a fare il sindaco. Una scelta controcorrente.
La vita non è un conto in banca. Tornare a Montecchio fu una scelta di cuore. Fare il sindaco è una missione, non un mestiere. Quando ami la tua gente, non la lasci mai sola.
Ha mai pensato di arrivare a Bruxelles?
No. Io guardo al Veneto, non a Bruxelles. Qui c’è ancora tanto da fare, e non si abbandona la squadra a metà partita.Se tornerà in Consiglio Regionale, quale sarà la sua prima battaglia?
Lavoro e infrastrutture, prima di tutto. L’Alto Vicentino deve tornare centrale: siamo il cuore produttivo del Veneto, e il Veneto è il motore d’Italia. Non vogliamo essere secondi a nessuno. Come diciamo sempre da queste parti: “Testa bassa e pedalare”.
F.C.