Il confronto ha messo in luce l’importanza strategica del Terzo Settore nella tenuta sociale della Regione Veneto. Le quattro organizzazioni promotrici , Anffas, Confcooperative Federsolidarietà, Legacoop e Uneba , hanno ribadito la necessità di un patto forte con la politica, che metta al centro la dignità delle persone fragili, la sostenibilità dei servizi e il riconoscimento del lavoro degli operatori. L’incontro ha segnato un primo passo verso una campagna elettorale in cui il Sociale, spesso relegato ai margini , promette di avere un ruolo da protagonista.
Si è tenuto a Padova il primo confronto pubblico tra i due principali candidati alla presidenza della Regione Veneto in vista delle elezioni regionali del 2025: Giovanni Manildo per il centrosinistra e Alberto Stefani per il centrodestra. L’occasione è stata l’incontro pubblico “Agenda Sociale 2025–2030”, promosso da quattro importanti realtà del Terzo Settore veneto, che rappresentano la maggior parte degli enti attivi nei servizi socio-sanitari, socio-assistenziali ed educativi del territorio. Realtà che sono pilastro e che da anni chiedono un ascolto che non hanno avuto.
Il confronto si è svolto con Manildo che era presente in una sala gremita, mentre Stefani è intervenuto in videocollegamento da Roma. Entrambi i candidati si sono confrontati sui contenuti dell’Appello alla politica per la sostenibilità del sistema socio-sanitario, presentato dalle organizzazioni promotrici, tracciando le linee programmatiche dei rispettivi schieramenti su temi cruciali per il futuro della comunità veneta.
Tra gli argomenti affrontati: le risorse da destinare ai servizi alla persona, la carenza di personale socio-sanitario, il tema delle rette, la situazione delle comunità alloggio, le modalità di accreditamento, la voucherizzazione dei servizi, il ruolo delle Aziende territoriali sociali (Ats), il volontariato e l’istituzione di un assessorato regionale autonomo per il sociale. E questa sarebbe proprio una bella idea, dato che troppo spesso la Regione Veneto ha puntato tutto sui nastri da tagliare per ospedali e strutture all’avanguardia dal punto di vista edilizio. Come se il dolore e il tema Salute coincidesse con le fredde mura di una struttura: cosa se ne fa un veneto di un ospedale pieno di lustrini e macchinari quando per una visita dermatologica deve aspettare anche 3 anni?
L’evento ha registrato un’ampia partecipazione con operatori del settore, famiglie, utenti dei servizi, caregiver e professionisti. Una platea che rappresenta un sistema che, in Veneto, coinvolge oltre 50.000 addetti in 680 enti, offrendo assistenza a più di 80.000 utenti.
Un confronto civile, ma non privo di stoccate
Il tono dell’incontro è stato cordiale, improntato al rispetto reciproco e al confronto costruttivo, come sottolineato da entrambi i candidati. Tuttavia, non sono mancate le prime differenze politiche e qualche frecciata.
Giovanni Manildo, in chiusura, ha colto l’occasione per sottolineare il ritardo nella definizione del candidato del centrodestra: «Finalmente, dopo 90 giorni dall’inizio della mia campagna elettorale, il centrodestra ha scelto il nome del suo candidato. Peccato si tratti di una scelta calata da Roma, frutto di una logica di spartizione del potere tra Lega e Fratelli d’Italia. Sarebbe stato meglio che a scegliere fosse stato il popolo veneto. Detto questo, sono felice di iniziare il confronto con Alberto Stefani. Quello di oggi è stato un bel momento di democrazia» – ha dichiarato, aprendo alla possibilità di ulteriori dibattiti nei prossimi mesi.
Dal canto suo, Alberto Stefani ha rilanciato con un messaggio di continuità e coesione sociale: «Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni le persone e le famiglie. Continuiamo il lavoro fatto finora, ma con lo sguardo rivolto al futuro. Ringrazio i promotori per questa occasione di dialogo: mi auguro che incontri come questo possano diventare una prassi anche oltre la campagna elettorale».
Il confronto ha messo in luce l’importanza strategica del Terzo Settore nella tenuta sociale della Regione Veneto. Le quattro organizzazioni promotrici hanno ribadito la necessità di un patto forte con la politica, che metta al centro la dignità delle persone fragili, la sostenibilità dei servizi e il riconoscimento del lavoro degli operatori. Cambierà qualcosa?
di Redazione AltovidentinOnline