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Sarcedo. Presunto conflitto d’interesse: esposto alla procura dei “No Golf”

Sono passati solo alcuni giorni dalla riunione pubblica di Zugliano e già il costituendo comitato No golf di Sarcedo si è messo in moto. Stamani, ha fatto sapere che alcuni membri, in qualità di semplici cittadini, hanno inviato alla Procura della Repubblica ed alla Prefettura di Vicenza un esposto in cui segnalano i loro sospetti circa la non validità del voto del consiglio comunale sulla delibera che approvava l’accordo tra comune e Golf Promozione.

La voce che “il conflitto di interesse” avesse coinvolto ben più di un consigliere di maggioranza legato da un rapporto di parentela con i proprietari dei terreni, su cui si dovrebbero eseguire l’infrastruttura ha cominciato a girare fin da subito dopo la votazione in paese.
Errore? Superficialità? Tuttavia, fino ad oggi, ufficialmente nessuno si è ancora espresso sulla necessità di dovere annullare la delibera per ripetere la votazione. Staremo a vedere.
Antonio Cavaleri di Cavaleri Multiservice, che sta seguendo il management del progetto, non sembra affatto preoccupato di questa vicenda e si dice fiducioso sul fatto che non si registreranno rallentamenti, anzi, annuncia che entro qualche settimana, potrebbe esserci una grande novità: l’assegnazione dell’incarico ad un grande progettista che “grifferà” il campo da golf rendendolo ancora più prestigioso.
Intanto il Comitato No Golf sta crescendo nel consenso ed è sempre più determinato nel sensibilizzare la cittadinanza a prendere coscienza dei rischi a cui questa iniziativa espone.
In questi giorni è in atto un’opera di volantinaggio in cui sono evidenziate le criticità del progetto: cementificazione, rischi economici, impatto ambientale, dispendio idrico ecc. e verso la metà del mese di luglio, è già in programma un incontro con degli esperti per sviscerare queste problematiche.
Il comitato No Golf precisa che ha tra i suoi attivisti persone di diversa estrazione sociale e non è corretto banalizzarlo come il solito sintomo della sindrome che gli americani definiscono nimby (acronimo che si traduce in “non nel mio cortile”), ma il segno tangibile di una società civile viva e partecipativa.

Alberto Brazzale

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