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Schio. Il PdL di Bressan paladino dell’etica in politica.

Niente interessi personali ma solo per il bene comune dei cittadini, niente ‘mazzette’, niente  nepotismo ma solo meritocrazia per le consulenze e le assunzioni, disponibilità completa ad ascoltare e dialogare con i cittadini. Con un ordine del giorno deposto oggi in Consiglio comunale il capogruppo del PdL Alberto Bressan chiede che l’amministrazione scledense faccia “propri i principi del codice approvato dal consiglio d’Europa e successivamente stendere un documento che ne assorba i principi da sottoporre al voto del consiglio comunale”. Non solo parole e promesse di facile deresponsabilizzazione, ma un “codice etico con principi e doveri da sottoscrivere anche nelle azioni e comportamenti”.

 

 

Bressan spiega che “in questo momento storico ,  in cui si stanno moltiplicando scandali giudiziari  che vedono implicati molti politici, anche locali, nell’esercizio del loro mandato,  si debba dare un segnale chiaro per impegnare tutti gli eletti del comune di Schio al rispetto di un codice etico di comportamento al quale aderiscono integralmente”

 

Il codice di comportamento è indicativo degli standards comportamentali cui gli amministratori ed, in generale, gli eletti locali debbono ispirare la loro condotta nei rapporti con i cittadini, l’ente di appartenenza ed i mezzi di informazione. Elaborato e presentato nel 2004 dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, che ha come finalità istituzionale la “promozione di società ispirate ai valori della democrazia con specifico riguardo all’assetto organizzativo ed ai profili funzionali delle autonomie territoriali”, rappresenta le istanze di circa 200.000 enti locali e regionali dei 45 Stati aderenti al consiglio d’Europa, ciascuno dei quali ha una propria delegazione costituita da un massimo di 18 rappresentanti (Italia, Francia, Regno Unito e Germania) ad un minimo di due componenti, per un totale di 313 membri, tutti eletti o nominati nell’ambito delle assemblee o dei consigli locali e regionali.

 

Il codice tratta di vari settori quali le relazioni commerciali, le relazioni bancarie, l’amministrazione. Spetta agli eletti locali e regionali assumere un comportamento analogo nelle loro sfere di competenza; la definizione degli obblighi etici che gravano sugli eletti locali e regionali in un Codice di condotta permette di chiarire il loro ruolo e la loro missione e di riaffermare l’importanza di quest’ultima.

A titolo esemplificativo il consigliere comunale del PDL  spiega che il Codice riguarda “l’obbligo etico nello svolgimento delle proprie funzioni di consigliere comunale di anteporre l’interesse generale a quello particolare; l’impegno di astenersi dal prendere provvedimenti che gli assicurino un vantaggio professionale futuro, dopo la cessazione delle sue funzioni; l’impegno a non utilizzare mai a scopi personali diretti o indiretti fondi e/o sovvenzioni pubbliche. Impedire ogni assunzione di personale amministrativo basato su principi che non siano il riconoscimento dei meriti e delle competenze professionali; rispondere diligentemente a qualsiasi richiesta che viene dai cittadini relativa allo svolgimento delle sue mansioni e alla loro motivazione. Ultimo, ma non meno importante l’eletto non pratica in alcun modo comportamenti di corruzione attiva o passiva”.

 

Tali comportamenti sono già sottoposti alla sanzione della legge, ma offrire un ulteriore strumento di trasparenza e lealtà dei politici nei confronti dei cittadini “permetterà – commenta Bressan – di accrescere la fiducia fra la classe politica locale ed i cittadini in un momento in cui – per colpa della politica – la distanza è oramai abissale e la fiducia a percentuali da prefisso telefonico”.

di Michele Trabucco

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