Con il voto favorevole della maggioranza (13 favorevoli e 7 contrari), Il Consiglio comunale di Schio ha approvato ieri sera l’esercizio del diritto di recesso da Alto Vicentino Ambiente S.r.l. (AVA), sancendo l’uscita dell’ente dalla società in vista della fusione con Soraris S.p.A. e della conseguente nascita, dal 1° gennaio 2026, della nuova VIAmbiente S.p.A.
La decisione chiude un percorso politico e amministrativo avviato nei mesi scorsi e, come più volte ribadito in aula, non nasce da una scelta ideologica ma dalla valutazione di un assetto societario profondamente mutato. Secondo la maggioranza, la fusione e i nuovi equilibri avrebbero progressivamente ridotto il ruolo e il peso decisionale del Comune di Schio, limitandone la capacità di incidere sulle scelte strategiche.
Nel corso del dibattito consiliare è stato sottolineato come il nuovo statuto e i patti parasociali della futura società avrebbero potuto vincolare Schio ad approvare decisioni industriali, ambientali ed economiche non coerenti con gli indirizzi dell’amministrazione comunale. In particolare, la maggioranza ha evidenziato il rischio di dover subire decisioni assunte a maggioranza da altri Comuni, con l’aggravante di possibili penali economiche rilevanti in caso di dissenso, fino al 10%.
Dal punto di vista operativo, l’amministrazione ha rassicurato sul fatto che il recesso non comporterà alcuna interruzione dei servizi. La gestione dei rifiuti proseguirà regolarmente e la normativa garantisce la continuità del servizio pubblico essenziale fino all’individuazione del nuovo gestore da parte del Consiglio di Bacino “Vicenza”. Nessun impatto immediato, dunque, per cittadini e utenze.
«Il recesso – spiega l’assessore all’Ambiente Alessandro Maculan – è una scelta di tutela e di responsabilità e non indebolisce le prerogative del Comune ospitante che non dipendono dalla partecipazione societaria. Le autorizzazioni ambientali, i rinnovi e le modifiche passano attraverso procedure regionali complesse, come le Conferenze dei servizi, nelle quali il Comune siede sempre con pieni poteri, talvolta anche vincolanti, soprattutto su temi come viabilità, urbanistica e carico inquinante. L’uscita dalla società, quindi, non indebolisce questo ruolo e anzi elimina una situazione di ambiguità in cui l’ente era chiamato a tutelare interessi potenzialmente confliggenti”.
Nel corso della discussione è stato affrontato anche il ricorso al TAR promosso da AVA. Sul punto il sindaco Cristina Marigo ha ribadito la linea dell’amministrazione: «Se qualcuno ha deciso di portare il confronto nelle aule di giustizia, saranno i giudici a pronunciarsi. Ma non sarà un cavillo giuridico a impedirci di compiere una scelta che riteniamo giusta per Schio».
A chiudere il confronto, le parole nette del sindaco Cristina Marigo che hanno sintetizzato il senso politico della decisione: «Qui non si tratta di isolamento, ma di responsabilità amministrativa. Aderire alla fusione avrebbe significato diventare corresponsabili di scelte che non condividiamo. Non vogliamo essere complici di decisioni che non riteniamo giuste e non vogliamo che, con l’ingresso di nuovi Comuni soci e future fusioni, Schio perda il controllo su un asset strategico come il termovalorizzatore, che consideriamo un patrimonio della comunità e del territorio».
Gli emendamenti bocciati
Prima del voto sul recesso, il Consiglio comunale ha esaminato i quattro emendamenti presentati dal gruppo consiliare del Partito Democratico e illustrati dal consigliere di minoranza Giovanni Battistella. Come previsto dal regolamento, le proposte sono state discusse e votate singolarmente e sono state tutte respinte dalla maggioranza.
Nel merito, il primo emendamento chiedeva di richiamare la firma dell’atto di fusione tra AVA e Soraris del 23 dicembre 2025. Il sindaco Marigo ha chiarito che la sottoscrizione dell’atto non preclude né rende tardivo l’esercizio del diritto di recesso, che può essere esercitato in un termine congruo e coerente con l’effettiva operatività della nuova società dal 1° gennaio 2026.
Il secondo emendamento proponeva di inserire nelle premesse il ricorso al TAR promosso da AVA. Anche in questo caso la maggioranza ha ritenuto la proposta inconferente, spiegando che il ricorso è noto, riguarda un procedimento distinto e non incide sui presupposti giuridici del recesso.
Il terzo emendamento richiamava una sentenza del TAR Lombardia ritenuta analoga dalla minoranza. Il sindaco ha però evidenziato che il caso non è sovrapponibile alla situazione di Schio, in quanto non coincide con una nuova scelta del modello di gestione del servizio, competenza che spetta al Consiglio di Bacino.
Infine, l’ultimo emendamento chiedeva di esplicitare ulteriormente il parere dei revisori dei conti. La maggioranza ha ricordato che il parere è già allegato alla delibera e ne costituisce parte integrante, rendendo superflua un’ulteriore integrazione.
Tutti e quattro gli emendamenti sono stati respinti con 13 voti contrari e 7 favorevoli.
Comunicato Stampa