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Schio. ‘Fermare le destre…un’idea ce l’avrei’. Cioni: ‘Follia’

“Ci aspettavamo contro di noi toni pesanti però non significa rimanere silenti e remissivi nei confronti delle volgarità che da giorni sono il pane quotidiano per numerosi e illustri interlocutori delle sinistre che sistematicamente trovano il megafono di autorevoli media del mainstream nazionale”. Inizia con toni decisi l’intervento del consigliere comunale di Schio ed esponente del direttivo provinciale di Fratelli d’Italia Alex Cioni, evidenziando un post dello storico della Resistenza comunista Ugo De Grandis pubblicato nei giorni scorsi su Facebook e con il quale in sostanza si auspicherebbe un intervento più che ‘radicale’.

“Con ogni evidenza è questo il significato del post pubblicato dal trotzkista scledense con il quale evoca il massacro di 54 fascisti a guerra finita” – spiega Cioni. Il post pubblicato dal De Grandis riporta infatti la foto del partigiano Igino Piva (Romero) che, secondo la ricostruzione, fu a capo assieme al Teppa (Valentino Bortoloso) del comando della brigata comunista che fece irruzione nelle carceri di Schio la notte tra il 6 e il 7 luglio del 1945 massacrando con i mitra spianati uomini e donne inermi. Il commento di De Grandis alla fotografia non lascerebbe grandi spazi al dubbio: “Le destre?…Io un’idea ce l’avrei”.

“Non è la prima volta che lo storico partigiano, come ama definirsi il De Grandis, si lascia andare ad affermazioni  pesanti nei confronti di chi sta a Destra” – sottolinea l’esponente di Fratelli d’Italia.

“Eppure viene ancora chiamato da enti pubblici per i suoi monologhi sulla storia che, nelle migliore delle definizioni, rappresentano l’arte della mistificazione. Non è più accettabile che si lasci correre questo modo di comunicare che evoca nemmeno tanto velatamente alla violenza solo perché viene da sinistra. Mi auguro” – conclude Cioni – “che da parte di tutte le forze politiche sempre in prima linea nel fare la morale ai suoi avversari, arrivi una ferma condanna e una chiara presa di distanza dai toni evocati irresponsabilmente dal loro compagno di merende”.

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