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Strinati chiede sostegno al volontariato: ‘Salviamo il piedibus’

Una richiesta di aiuto rivolta ai cittadini di Thiene per poter tenere in vita il servizio di piedibus per i  bambini delle scuole elementari.
Questo e` il contenuto dell’appello dell’assessore ai Trasporti e all’Iistruzione Maria Gabriella Strinati, che si e’ gia` rivolta, inutilmente, a diverse organizzazioni di volontariato della citta`ed ora appare abbastanza delusa dal senso civico degli abitanti di Thiene, ai quali non si stanca di ribadire l’importanza del loro contributo per far proseguire ai bambini l’esperienza che dall’anno scorso, ha già dato i suoi frutti.

’Il comune si e` già impegnato con una somma consistente per assicurare la copertura dell’orario di mensa, con l’intervento di una cooperativa a supporto degli insegnanti, in modo da garantire ad alunni e genitori l’orario scolastico più favorevole – spiega allibita l’amministratore della giunta-Casarotto – ed ora non può finanziare anche il servizio di piedibus, che, del resto, è gratuito e basato sull’impegno volontario in tutti gli altri comuni d’Italia.’
’Vorrei che i cittadini thienesi sapessero che l’anno scorso, la giunta aveva dovuto pagare una cooperativa per questo compito perche` il piedibus era stato istituito all’ultimo momento, quando era stato tolto improvvisamente il trasporto su ruote – aggiunge – ma ora, che abbiamo collaudato la validita` di questo progetto, non possiamo lasciarlo cadere perchè nessuno si offre per fare una piccola parte per sostenerlo’.
Si parla quindi di trovare personale volontario per coprire quattro o cinque linee, a Thiene e nelle frazioni, secondo la richiesta.
Il Piedibus è un progetto nato in Danimarca negli anni ’90, con lo scopo di promuovere l’esercizio fisico nei bambini. È ormai diffuso nel Nord Europa e negli Stati Uniti d’America, mentre in Italia si sta instaurando in questi anni, a partire da un’iniziativa nata nel 2003, a Padova dal nome ’progetto pedibus’.
In pratica, i bambini, anziché prendere l’autobus o lo scuolabus, alla fermata si aggregano ad una comitiva guidata da alcuni addetti fino a scuola, e viceversa al ritorno a casa.
Il Piedibus è organizzato come un vero autobus, con linee, fermate, orari, autista, controllore e regolamento: trasporta i bambini, a piedi, dalla fermata più vicina a casa fino a scuola in modo sicuro, ecologico e salutare.
Il progetto è infatti nato con lo specifico scopo di combattere il crescente fenomeno dell’obesità infantile, una patologia in aumento a ritmi preoccupanti , per ovviare la quale basterebbe, dicono i pediatri, anche solo mezzora di cammino al giorno, solo che molti genitori, a causa dei ritmi lavorativi, faticano a trovare il tempo per accompagnare i figli.
Se questo era l’obiettivo di partenza, l’esperienza si è poi rivelata utile anche per promuovere la socializzazione e l’autostima.
I bambini coinvolti si sentono protagonisti di una cosa nuova e bella, la fatica di camminare (ci sono così poco abituati) passa in secondo piano. Ma l’aspetto che apprezzano di più, che letteralmente li entusiasma, è il poter fare quattro chiacchiere con gli amici prima di entrare a scuola.. 

’Per loro è un regalo di valore inestimabile questo momento di socialità, questa condivisione di un tempo rilassato che possa essere riempito a piacimento – commenta l’assessore.
Nel bambino che cresce la possibilità di fare esperienze autonome è una esigenza fondamentale. Muoversi fuori da casa sviluppa l’autostima, e contribuisce a un sano equilibrio psicologico. ’Muoversi è, del resto, un bisogno vitale dei bambini: ecco che tanti bambini insofferenti ed ipercinetici si tranquillizzano se prima della scuola hanno l’opportunita` di fare un po’ di movimento e tutti, comunque, si ’svegliano’ molto meglio camminando che venendo trasportati in auto.’
A volte, per paura degli incidenti, i genitori finiscono con il limitare la libertà dei figli, senza pensare che prima o poi saranno liberi di circolare in ogni caso e allora sarà meglio che siano preparati a difendersi nel traffico.
Oltre a favorire la conoscenza ed il rispetto delle regole del traffico, il piedibus da` ai bambini l’opportunita` concreta di aumentare la conoscenza del territorio, ed e` dimostrato che un adolescente che, oltre a rispettare le regole della circolazione, conosce anche le strade che percorre in motorino, per averle prima percorse a piedi, incorre meno frequentemente in incidenti.
Infine, e cosa non secondaria, il piedibus consente di ridurre il traffico veicolare nei pressi delle scuole.
All’ entrata e all’ uscita dei bambini, le scuole vengono prese d’assalto dalle automobili che congestionano l’intera zona di traffico, con conseguenze sull’ambiente, ma anche sullo stress di chi deve rispettare degli orari e riuscire ad arrivare e trovare parcheggio prima che la zona sia congestionata, e poi lasciarla prima che sia impossibile uscirne. Paradossalmente siamo proprio noi che per proteggere i nostri figli contribuiamo ad aumentare per loro i pericoli.
’Con la soluzione del piedibus, invece, il posto per le auto viene riservato solo per i genitori di quei bambini che per motivi di salute, non possono prendere parte all’attivita` educativa post-scolastica proposta. con il tragitto a piedi – conclude Maria Gabriella Strinati.
’A fronte di tutte queste considerazioni convincenti sul benessere per i nostri bambini- replica l’assessore – non si capisce proprio perche` non si possa fare uno sforzo per fare loro questo regalo tutti insieme. Se per esempio ogni associazione adottasse un percorso, con cinque operatori, uno al giorno, ed un paio di sostituti, ogni persona sarebbe impegnata solo per dieci minuti al mattino e dieci all’ora di pranzo una volta alla settimana’.
E se ci fossero preoccupazioni per la responsabilità` che il compito comporta, si affretta ad aggiungere che il comune paga l’assicurazione scolastica a tutti gli operatori, che sono quindi coperti da mezzora prima a mezzora dopo l’esecuzione del servizio.
’Esiste la responsabilità personale solo in caso di colpa o addirittura dolo da parte dell’accompagnatore, per esempio se l’accompagnatore abbandona il gruppo di bambini durante il percorso, se entra al bar e manda avanti i bambini, se fa attraversare la strada su un punto pericoloso senza strisce pedonali…’
’E` inconcepibile che il primo cittadino abbia dovuto proporsi come volontario per provocare la cittadinanza – conclude l’assessore – Speriamo che la migliore comprensione dei termini del problema ci aiuti ad avere quella risposta si disponibilità` che in passato, per altre questioni, non e` mai mancata’

Umberto D’Anna

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