Qualcuno si aspettava una protesta vivace di piazza, di quelle che paralizzano il traffico e scatenano infarti nelle stanze dei bottoni. Invece l’annunciata manifestazione delle associazioni di categoria (Confindustria, Confartigianato e Confcommercio) contro la politica indifferente che assiste inerme alla chiusura di realtà economiche storiche e non fa nulla per risollevare le sorti di quelle in ginocchio, ha assunto i toni pacati.  E’ sfociata  in una conferenza stampa  nella Sala Consiliare del Municipio, con tanto di Sindaco a fare gli onori di casa. A qualcuno è andata bene così, ad altri decisamente no. 

 

Alla fine, quella che era stata annunciata come una sorta di rivolta programmata in piazza Chilesotti, dove si cercavano gli incatenati, non è stata altro che una sorta di riunione da parte di imprenditori, artigiani e commercianti, che altro non hanno fatto che dichiararsi  uniti e desiderosi di far ascoltare il loro grido di dolore. 102 le imprese che hanno chiuso battenti nell’ultimo anno. Ben 1833 quelle che si sono estinte nella provincia di Vicenza, a causa di crisi di consumi e tasse che non hanno lasciato scampo.

Oltre al Sindaco Gianni Casarotto al tavolo dei relatori erano seduti i presidenti di Confindustria, Confartigianato e Confcommercio di Thiene, rispettivamente Renato Munaretto, Andrea Piovan e Emanuele Cattelan. Al loro fianco Guido Xoccato, presidente Ascom di Schio, il presidente di Confartigianato di Arsiero Graziano Dal Zotto, la presidente di Confindustria di Schio Laura Dalla Vecchia, ed il suo collega di Valdagno Giuseppe Fortuna. In nome della politica romana era presente Filippo Busin, rappresentante della Lega Nord a Montecitorio, che ha ribadito più volte la volontà di portare a Roma il disagio manifestato dalle imprese locali. 

Ci si aspettava una protesta bella e buona dai rappresentanti di categoria, che dopo l’eclatante incatenamento di Renato Munaretto hanno deciso di fare fronte comune per manifestare a voce alta il loro disagio nei confronti di una politica ‘immobile e sorda al grido d’aiuto lanciato dai suoi lavoratori’. 

Forse era proprio per il forte gesto di Munaretto che ci si aspettava qualcosa di più ‘sangue e arena’, o forse di toni pacati la gente non ne può proprio più. Fatto sta che la conferenza stampa in cui i rappresentanti di categoria hanno espresso il disagio e i problemi del mondo del lavoro con motivazioni reali e concrete e con dati alla mano, non è andata giù ad alcuni imprenditori. ‘Non si ruba tempo a un imprenditore per andare a una conferenza stampa – ha sottolineato Roberto Brazzale, titolare dell’omonima azienda – e una protesta non si fa in questo modo’. Sulla stessa lunghezza d’onda altri suoi colleghi, che presi dalla ‘voglia di piazza’ hanno inneggiato a manifestazioni ben più forti che ‘portino proposte, risultati e che diano veramente una mano a chi dà lavoro e paga i salari.

Quello che è certo, è che i rappresentanti di categoria hanno dato voce a chi rappresenta il futuro del paese perché crea l’economia locale e dello Stato. Hanno parlato a nome di chi  ora versa in indicibili difficoltà per garantire occupazioni e stipendi. Imprese al tracollo, negozi dei centri storici che sono costretti a chiudere vessati dalla grande distribuzione, artigiani che soffocano nel torpore di una politica che pensa solo a se stessa. Munaretto, Piovan, Cattelan e Xoccato hanno criticato rispettivamente: ‘Una burocrazia che richiede più impiegati amministrativi che operai produttivi, le banche che non danno più credito, la deregulation  che annienta la vita personale. La mancanza di etica e di serietà’. Una volta che il mondo politico si prenderà il tempo di ragionare su questi 4 temi, forse riuscirà a fare un passo in avanti e dare davvero una mano ai suoi cittadini.

Anna Bianchini

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