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Thiene-Schio. Ava accende un duello tra titani: Schneck contro Orsi sull’inceneritore

Si accende il dibattito sull’inceneritore di Schio, con uno scontro diretto tra due primedonne della politica locale. Il contendere è l’approvazione del bilancio di Ava, che secondo Attilio Schneck, ex presidente della Provincia e attuale consigliere comunale thienese della Lega all’attacco di Valter Orsi, sindaco di Schio, dovrebbe essere approvato nonostante Orsi, con l’appoggio di gran parte dell’assemblea dei soci, sembri andare in direzione opposta.

Al centro della querelle l’inceneritore di Schio, con Schneck che accusa Orsi di aver fatto ostruzionismo non avendo approvato il bilancio e dichiarando “Se i soci approveranno la richiesta di Orsi ci sarà un aumento sulla Tari”. Accusa alla quale Orsi non si è fatto trovare impreparato e a cui ha replicato: “Schio da sola non ha i numeri, è stata una decisione dell’assemblea dei soci”.

L’attacco di Schneck

“Durante il pre-incontro con tutti i sindaci del territorio, Valter Orsi, ha dichiarato di non voler approvare il bilancio AVA (Alto Vicentino Ambiente) datato 31.12.2019 – ha spiegato Schneck – Il bilancio però, può essere messo in dubbio solo per natura contabile o per mancato rispetto di indirizzi e fini preposti dall’assemblea dei soci. Le osservazioni di Orsi invece sono ben distanti dalle due motivazioni qui sopra indicate. Lo stesso infatti asserisce di non poter approvare il bilancio perchè vuole che l’assemblea dei sindaci obblighi il Consiglio di amministrazione ad inserire nel bilancio due capitoli di spesa, e più precisamente l’accantonamento per ripristino ambientale post-mortem dell’impianto di smaltimento di Ca’ Capretta. Dal punto di vista contabile, il bilancio della società prevede continui ed impegnativi accantonamenti per gli adeguamenti tecnologici e rinnovi degli impianti, tali da garantire la perfetta efficienza e sicurezza dell’impianto stesso. Tra l’altro questa è già presente come voce di spesa in bilancio. Quindi in questo fondo alquanto cospicuo, esiste già la presenza di risorse nell’ipotesi che l’impianto debba chiudere. Ma tale fondo e’ proprio destinato ad un futuro che può essere individuato in  breve/medio, ma anche lungo termine, tale quindi da non  prevedere la sua completa eliminazione nell’arco minimo dei prossimi 30 anni. E’ quindi inutile assimilare quello che per legge invece viene definito ricomposizione ambientale per le discariche e le cave, che sono garantite da fideiussioni per la ricomposizione stessa una volta esaurita la capacita’ di conferimento o le quantità estrattive, per procedere appunto ad una sua eventuale chiusura. Orsi inoltre – ha continuato Schneck – contesta il contributo ambientale al Comune di Schio per il disagio indotto nel territorio dalla presenza dell’impianto. Dal momento di realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione di Ca’ Capretta, veniva devoluto al comune di Schio una percentuale sui ricavi fino al 2012 che all’epoca consisteva in un ammontare di circa 500/600.000 euro annui. Riparametrato ai 30 anni di servizio, Schio quindi ha gia’ ricevuto una cifra pagata da tutti i 30 comuni del territorio pari a circa 15.000.000 di Euro attualizzati al 2012. Questo contributo veniva approvato dalla Giunta della Regione Veneto con L.R. 3/2000. Il comma 2 articolo 37, provvede ad individuare la tipologia degli impianti per cui e’ dovuto il contributo e determinare l‘ entita’ dello stesso a favore  dei comuni e della Regione in funzione della quantità e della qualità dei rifiuti movimentati. Ma la successiva Deliberazione della Giunta Regionale n. 1104 del 28 giugno 2013 (BUR del Veneto N.60 del 16 luglio 2013), revoca le disposizioni precedenti e  stabilisce l’assoggettamento del contributo alle sole attività di smaltimento di rifiuti in discarica. Pertanto, oggi queste pretese del sindaco Orsi tengono bloccato l’approvazione del bilancio di Ava, che da un punto di vista tecnico non può essere messo in discussione dalla richiesta di inserire nei bilanci futuri queste due nuove voci in quanto il bilancio presenta tutti i   requisiti per la sua approvazione, come si asseriva poc’anzi.

Se l’assemblea dei Sindaci pertanto – ha concluso Schneck – dovesse sottostare a questa pretesa e cioè quella di inserire nel prossimo bilancio e approvare le due nuove voci di spesa, la stessa avrebbe dei risvolti negativi. Nel caso infatti di malaugurata votazione da parte dei sindaci, è chiaro che gli stessi faranno pagare ai propri cittadini direttamente nelle prossime bollette della Tari, i soldi da versare per le pretese pretestuose del sindaco Orsi, non previste da nessuna normativa.

La replica di Orsi

Non è per niente d’accordo Valter Orsi, sindaco di Schio, con le accuse mosse dal thienese Schneck perché e rilancia con un invito: “Approfondisca e si renda conto che Schio, da sola, non ha i numero per non approvare il bilancio”.

Spiega Orsi: “La critica del consigliere Schneck non parte da dati oggettivi. Schio ha solo il 23%delle quote e per approvare o bocciare qualsiasi documento in Ava servono il 60% delle quote e il 60% delle teste. Considerando le teste quindi, il sindaco del comune più piccolo ha lo stesso peso di Schio, che è il Comune più grande. Non ho bloccato nessun bilancio, ho solo anticipato una questione e chiesto che nel bilancio consuntivo fosse prevista una posta di bilancio che non c’era, un accantonamento a garanzia di un tema che ho posto all’attenzione dei sindaci soci. Una voce che non c’era e c’è stata una discussione in seno di assemblea (su 32 erano presenti 28 soci) e dopo 4 ore di discussione l’assemblea all’unanimità ha chiesto al Cda e alla società di riformulare il bilancio che doveva ancora essere presentato prevedendo questo capitolo di garanzia. E’ stata l’assemblea, non il sindaco di Schio. Mi stupisce che un amministratore come Schneck commetta certi errori così grossolani nei numeri, come avviene in questo caso. Quando dice che la società sta accantonando dei soldi dice il giusto per gli ammodernamenti tecnologici, ma non riguardano il ‘post mortem’.

Sull’indennizzo ambientale, che è una quota che la società deve versare al comune ospitante per mitigare l’impatto dell’impianto stesso, è un diritto/dovere è sancito da una legge regionale.

A.B.

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