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Thiene-Villaverla. Aumentano gli empori solidali. I numeri della povertà che aumenta

Si allarga in Veneto la rete degli empori solidali, i punti di redistribuzione delle eccedenze alimentari che offrono anche servizi di accompagnamento qualificato a persone e famiglie in situazioni di difficoltà. Quattro nuove realtà si sono aggiunte nel 2019 portando a 24 il numero degli empori in Veneto: si tratta dell’emporio solidale diffuso di Thiene-Villaverla gestito dall’associazione vicentina Basta Sprechi, l’emporio di Vittorio Veneto gestito dall’associazione San Vincenzo de Paoli e due empori a Verona: l’emporio dell’Unità pastorale di Borgo Roma gestito dalla parrocchia San Giovanni Battista–Tomba Extra e l’emporio Buon Pastore dell’associazione Carità Gesù Buon Pastore onlus. Una rete di solidarietà che ha come capostipite l’esperienza del Banco Alimentare Veneto.

 

“L’emporio solidale è un servizio innovativo, nato dalla collaborazione tra associazionismo, non profit e istituzioni pubbliche – sottolinea l’assessore Lanzarin – Sono una sorta di presidio territoriale anti-povertà, in quanto non si limitano a distribuire gratuitamente generi alimentari e prodotti di igiene, recuperati dalla media e grande distribuzione, ma offrono anche luoghi di aggregazione, esperienze educative e percorsi di inserimento, anche lavorativo. Nel 2018 i venti empori attivi in Veneto hanno fornito spesa e servizi a 32.117 mila famiglie per un totale di circa 137.500 mila persone.   Sono stati superate le 70 mila tonnellate di alimenti raccolti e redistribuiti nel territorio regionale, con un incremento di attività del +14%”.

 

Il numero degli utenti, in crescita, è un indicatore indiretto del fenomeno povertà in Veneto: secondo l’ultimo rapporto Istat sulla povertà (18 giugno2019) le famiglie povere a Nordest sono salite dalle 245 mila del 2017 alle 272 mila del 2018 e l’incidenza della povertà relativa familiare è passata al 7,9 %, rispetto al 6,1% di due anni fa.

 

“L’aumento delle disuguaglianze e le nuove marginalità sociali – commenta l’assessore – si traducono anche in povertà alimentare ed educativa. Gli empori solidali veneti non sono solo minimarket di generi di largo consumo in distribuzione gratuita, ma soprattutto agenzie di integrazione ed inclusione sociale”. La Regione, a partire dal 2012, ha costantemente sostenuto e promosso gli empori sia attraverso operazioni di sistema, come gli accordi con la Federdistribuzione e con  l’Osservatorio regionale sui rifiuti-ARPAV, che con contributi diretti per il personale e i volontari impiegati, la loro formazione, per le spese di affitto dei locali utilizzati anche come magazzino, per le attrezzature informatiche, nonché per interventi finalizzati ad “educare” ad una sana alimentazione (con alimenti “freschi”) e alla cura e igiene delle persone e dell’ambiente.

 

Per la prossima annualità i contributi regionali stanziati ammontano a 600 mila euro. Nell’ultimo quadriennio la Regione ha sostenuto questa esperienza di sussidiarietà e solidarietà territoriale con oltre 2 milioni di euro e con linee-guida per rendere omogeneo e qualificato il servizio.

 

Si è così provveduto a distinguere tra ‘emporio ad attività diretta’ ed ‘emporio ad attività indiretta’ al fine di definirne in modo compiuto l’organizzazione gestionale e logistica: i primi sono dei piccoli supermercati dove si sviluppano, anche attività laboratoriali, culturali e di integrazione sociale; i secondi prevedono il reperimento, recupero, raccolta e distribuzione delle eccedenze agli utenti finali attraverso la mediazione in partenariato di una rete di organizzazioni, enti e soggetti del terzo settore.

 

 

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