Da tre medici di base a uno, in un paese di montagna. Così non solo non si garantiscono le cure, ma si crea una sanità fatta di cittadini di serie A e di serie B. E’ quanto denunciato dagli stessi residenti durante la serata di mercoledì primo ottobre durante l’incontro “Quale sanità per la Valleogra?”, promosso dal Comitato Sanità Pubblica Alto Vicentino e da un gruppo spontaneo di cittadini e cittadine di Valli de Pasubio e Torrebelvicino. Ad introdurre i lavori Orianna Zaltron, battagliera referente del Covesap e sempre in prima linea quando c’è da trovare il coraggio di denunciare disservizi sanitari.

“La storia è semplice e purtroppo si ripete in tante zone – è intervenuto anche Carlo Cunegato, candidato regionale che ha partecipato all’incontro -. A Valli del Pasubio c’erano tre medici di base. Poi due. Ora uno, che tra poco andrà in pensione. E così più di un migliaio di persone, molte anziane, rischiano di rimanere senza medico di base. Un diritto fondamentale negato in una situazione resa ancora più grave e complessa dal fatto che parliamo di un paese di montagna. In questo modo alla diseguaglianza nell’accesso alle cure, si aggiunge la diseguaglianza territoriale. Si creano cittadini di serie A e cittadini di serie B. Dietro a questo c’è però una enorme responsabilità politica della destra veneta. Per 15 anni il sindacato ha infatti continuato a dire che le borse di specializzazione previste dalla Regione erano insufficienti, ma nulla è stato fatto. Risultato? Nel 2022, ben 700mila veneti si sono trovati senza medico. Una mancanza di programmazione spaventosa. Poi si è alzato il numero di pazienti da 1300 a 1500 a 1800, con deroghe, così nelle comunità dove c’erano tre medici adesso ce ne sono due”.

“Quello che succede oggi a Valli del Pasubio non è quindi un caso – conclude Cunegato -, ma è la conseguenza di questi errori politici che ci hanno portato a una sanità sempre più privatizzata e a una rete di servizi territoriali sempre più debole. Un quadro inaccettabile come testimoniano le tantissime persone che a Valli hanno riempito un teatro, dimostrando che il diritto alla salute è fondamentale e va garantito ovunque, senza differenze”.
di Redazione AltovicentinOnline