‘Il fisco non può colpire le famiglie che si occupano di animali d’affezione e non è più possibile che i farmaci per gli amici a 4 zampe costino un’occhio della testa’.
Cani e gatti non sono beni di lusso e la collettività non può essere aggredita dal fisco perchè si prende cura di loro.
La manovra economica in discussione in Parlamento in questi giorni, sta affrontando il problema di molte famiglie italiane e degli animali che compongono le loro famiglie.
L’Intergruppo per i diritti degli animali guidato dalla deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla ha presentato 6 emendamenti alla legge di Bilancio: ‘ E’ assurdo e controproducente che il fisco infierisca sui proprietari di animali d’affezione’, ha dichiarato Brambilla.
L’obiettivo è quello di ridurre la pressione fiscale su chi convive con animali da compagnia e di promuovere la salute pubblica, che è una sola: umana e animale’.
Quindi Brambilla propone la riduzione del 10% dell’iva sugli alimenti per cani e gatti, sui prodotti farmaceutici e sulle prestazioni veterinarie, ma anche l’aumento della soglia di detraibilità delle spese, portata a 1.060 euro con un minimo di 60 euro: con la detrazione al 19%, il massimo detraibile passerebbe da circa 49 a 190 euro. In alternativa potrebbe essere prevista la totale esenzione dall’iva per le prestazioni veterinarie per l’identificazione e il controllo della riproduzione.
‘Vogliamo dare un primo e importantissimo segnale – conclude Brambilla -, cani e gatti non sono beni di lusso: questa politica ha portato ad abbandoni, riproduzione incontrollata, randagismo, canili pieni, peggioramento delle condizioni igieniche e di sicurezza. A parità di molecola , i farmaci non possono costare fino a dieci volte più di quelli per uso umano’.
Ora, la ‘palla’ passerà alla commissione Bilancio.
di Redazione AltovicentinOnline