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Cimice asiatica, Guarda: ‘Più risorse e azioni per imprenditori in ginocchio’

“Più risorse e più azioni di coinvolgimento dell’agricoltore sul tema cimice asiatica e più analisi del territorio sulle calamità emergenti, in maniera da agire con prontezza con un piano di azione chiaro, in base all’esperienza sull’emergenza attuale. Sono i risultati che volevamo ottenere con l’odierna seduta del Consiglio regionale, ed invece le urgenze degli agricoltori non prevalgono sull’esigenza di contrasto politico: una Regione in cui evidentemente la maggioranza ha più la testa alla campagna elettorale che alla contingenza di una agricoltura in serissime difficoltà a causa dei cambiamenti climatici e nuove calamità, di cui la cimice asiatica è solo uno dei sintomi”.

A dirlo la consigliera regionale Cristina Guarda del Coordinamento Veneto2020 a commento del voto contrario del Consiglio alle proposte dell’opposizione sul testo che impegnava la Giunta ad agire sull’emergenza cimice asiatica con lo stanziamento di fondi supplettivi rispetto a quanto già previsto, sia dal Governo con 80 milioni che dal Veneto con 4.5. “Non è possibile che il no sia motivato dal contrasto politico ed è ridicolo che la maggioranza non abbia saputo fare meglio oggi che attaccare l’Emilia Romagna, che di fondi e iniziative di ricerca è da 10 anni che ne avvia e di cui possiamo beneficiare anche noi!

Tutte le nostre imprese, a prescindere dai confini regionali e dal pensiero politico, sono accasciate di fronte al disastro della Cimice asiatica. La sofferenza delle colture di mele, pere, kiwi, albicocchi, peschi, ciliegi e vivai non sono di destra o di sinistra.

Di cose da fare ce ne sono molte e di fronte all’urlo d’emergenza, appare ancora più incredibile la decisione di non decidere presa oggi. Dovremmo sostenere con forza la Ministra Bellanova nella sua richiesta di ulteriori fondi nazionali, potremo partecipare alla definizione e al successivo uso dei fondi europei, spingendo all’immediata definizione di misure mutualistiche per non far morire oggi le imprese, ma per farle reagire e superare questo momento gravissimo di crisi.

Ma intanto definiamo ulteriori fondi, per sostenere le imprese in ginocchio.

E non veniteci a dire, a noi agricoltori, che tanto abbiamo il PSR, tanto ci han già stanziato 4 milioni, pochissimi rispetto al danno subito in Veneto. Questo è un disastro dichiarato ormai da tutti, tecnici, imprenditori e politici di ogni provenienza: chiudiamo i battenti, noi aziende, fatichiamo a reagire anche perchè a causa del prezzo basso dei nostri prodotti non riusciamo a garantirci una capacità economica tale da uscire autonomamente da questa grave crisi. E tanto più è grave la situazione per quelle aziende che vedono aggredito da questo parassita il prodotto core del business aziendale.

Di fronte ad imprese agricole che chiudono, a imprenditori che falliscono non per incapacità, anzi, ma per cause esterne gravissime come questa, umilmente bisognerebbe agire, senza tirare in ballo ancora che gli agricoltori hanno già i fondi europei”.

Cosa è successo in Consiglio regionale

Respinta con 29 votii contrari e 16 favorevoli la mozione 568 proposta da Pd, M5S, LeU, IiC, Civica per il veneto, e sottoscritta dai consiglieri Fracasso, Berti, Ruzzante, Ruzzante, Ferrari, Azzalin, Baldin, Bartelle, Bigon, Brusco, Guarda, Pigozzo, Salemi, Scarabel, Sinigaglia, Zanoni e Zottis, che avevano chiesto la convocazione di una seduta straordinaria per discutere “l’emergenza dagli effetti devastanti per il comparto agricolo veneto”.

La mozione presentata all’analisi del Consiglio straordinario chiedeva di impegnare la Giunta regionale ad “avviare uno studio sulle implicazioni dei cambiamenti climatici nel comparto agricolo” oltre a “stanziare, con la massima urgenza, ulteriori risorse in grado di concorrere al riconoscimento di maggiori e adeguati indennizzi agli agricoltori danneggiati dalla cimice asiatica”.

Nel corso dei loro interventi i proponenti hanno riassunto i termini della complessità i un fenomeno dovuto alla diffusione “dell’insetto killer giunto dall’Asia” che ha “devastato i campi e i frutteti di 48 mila aziende in Italia, di cui 7.685 venete, con un danno che supera i 740 milioni di € a livello nazionale e 160 milioni in Veneto”. Oltre a ciò i firmatari della mozione hanno sottolineato come “i cambiamenti climatici provocati dall’aumento dei gas climalteranti stanno provocando la modificazione nelle fasi vegetative delle colture con la comparsa di nuove fitopatologie dagli effetti non ancora stimati sulle produzioni agricole”.

Non a ultimo è stato ricordato come “in alcune regioni si è provveduto a elaborare scenari di adattamento delle colture agricole ai cambiamenti in atto e a predisporre azioni per il contrasto al surriscaldamento e per la mitigazione degli impatti”.  I proponenti poi hanno incalzato: “A fronte dei danni stimati dalle organizzazioni agricole i 4,5 milioni previsti dalla Giunta regionale per il prossimo triennio non sono sufficienti” mentre hanno ricordato come” il ministro ha precisato che gli 80 milioni stanziati per le regioni del nord sono una prima fase di risorse, per cui il governo si è impegnato ad incrementare le dotazioni finanziarie necessarie per superare l’emergenza in atto”.

La maggioranza, pur condividendo le forti preoccupazioni sulla gravità degli scenari relativi alla diffusione della cimice asiatica, non ha condiviso l’impostazione data dai proponenti la mozione giudicata fortemente critica nei confronti della Giunta regionale. Si è giunti così al voto che ha visto la bocciatura del provvedimento. La seduta quindi è stata chiusa.

 

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