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Leone marino liberato dal circo: viveva in una vasca sporca dentro un camion, senza luce e libertà

Un leone marino, maestoso mammifero marino simbolo di libertà e intelligenza, era ridotto a vivere come un oggetto da spettacolo. Recluso in una vasca sporca, con pochi centimetri d’acqua stagnante, dentro un container chiuso e trasportato su un camion. Nessuna possibilità di nuotare, di vedere la luce del sole, di socializzare con altri esemplari della sua specie. Un’esistenza di isolamento, sofferenza e degrado, ai limiti dell’inimmaginabile.

A far emergere questa vicenda di crudeltà e sfruttamento è stata la LAV – Lega Anti Vivisezione, attraverso il suo Sportello contro i maltrattamenti di Verona. Dopo la segnalazione, la situazione è stata prontamente denunciata ai Carabinieri del Nucleo CITES di Roma e alla Procura della Repubblica di Verona, che hanno disposto un decreto di perquisizione e sequestro. Il leone marino è stato così liberato e trasferito in una struttura idonea, dove finalmente può iniziare una nuova vita lontano dal circo e dalla sofferenza. “L’ennesimo caso in cui la logica dello sfruttamento e del denaro ha ridicolizzato e distrutto la dignità di un essere senziente”, denuncia Annarita D’Errico, responsabile nazionale degli Sportelli contro i maltrattamenti LAV. “Solo grazie alla nostra segnalazione e alla collaborazione con le Istituzioni locali, questo animale è stato finalmente salvato da un incubo che durava da troppo tempo”.

Il caso esplode in un contesto già teso: proprio il territorio veronese, ad alta concentrazione di circhi itineranti, è finito recentemente sotto i riflettori per presunti conflitti di interesse legati allo stanziamento dei fondi per lo spettacolo, come rivelato da un servizio di Report.

La LAV torna a chiedere con forza al Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi e al Ministro Giuli l’attuazione immediata della Legge delega del 2022, che prevede il superamento dell’uso degli animali negli spettacoli circensi. Una promessa ancora disattesa, mentre la sofferenza continua a consumarsi dietro le quinte dei tendoni. “Ancora una volta – sottolinea Giulia Giambalvo, responsabile area animali esotici LAV – ci troviamo di fronte a una vita sfruttata, privata dei diritti fondamentali, della libertà e della dignità. In una società che vuole definirsi civile, possiamo davvero accettare simili orrori?” Il salvataggio di questo leone marino rappresenta una vittoria, ma anche un monito. Finché animali continueranno a essere costretti a esibirsi in nome dell’intrattenimento, la parola circo rimarrà sinonimo di sfruttamento.

La domanda, oggi, è inevitabile: quanto dovremo ancora aspettare prima che la legge ponga fine a questo scempio?

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