Per Emanuela Tardiani, insegnante del Trevigiano, Asia non era solo un cane. Era la sua salvezza. Un pastore dell’Asia centrale di 65 chili, adottato nel 2021 in un canile , Asia è stata per anni la guardiana silenziosa della vita della donna, proteggendola nei momenti più bui segnati da stalking, aggressioni e paura.
A raccontare la vicenda è il Corriere del Veneto, che riporta come Emanuela abbia trovato in Asia molto più di un animale domestico: un vero e proprio angelo custode. Nonostante fosse stata definita «impegnativa, aggressiva e pericolosa» al momento dell’adozione, la connessione tra le due è stata immediata. In Asia, Tardiani ha trovato un sostegno incondizionato, capace di accompagnarla perfino nella fuga da una vita fatta di violenza e persecuzioni.
La storia
Tutto inizia nel 2014, quando Emanuela si trasferisce in Veneto per amore. Ma lì inizia anche un incubo: un uomo inizia a perseguitarla, mentre il compagno dell’epoca, anziché sostenerla, la accusa di avere una relazione con il molestatore. Il 30 giugno 2022, dopo l’ennesima aggressione, decide di scappare. Insieme a lei c’era Asia, fedele e sempre al suo fianco.
Dopo la fuga, Tardiani si rifugia a Revine, ma l’uomo riesce a rintracciarla anche lì. Viene attivato per lei il protocollo del Codice Rosso e per un anno vive sotto protezione, con scorta diurna e notturna. L’insegnante ringrazia in particolare l’allora tenente Todaro, oggi in pensione, per il sostegno ricevuto. A suo carico vengono sporte sei denunce. L’epilogo giudiziario, però, lascia l’amaro in bocca: il persecutore se la cava con un risarcimento economico, somma che Emanuela utilizza per pagare le spese legali.
In questa cornice si inserisce la tragica fine di Asia, avvenuta nell’ottobre scorso. La cagna è stata avvelenata nel cortile di casa con una polpetta lanciata da ignoti. Dopo giorni di agonia, non ce l’ha fatta. La sua morte ha rappresentato un colpo durissimo per Emanuela, che oggi chiede giustizia non solo per sé ma anche per quella che definisce «la guardiana della sua vita».
Nel frattempo, prosegue un’indagine per identificare il responsabile dell’avvelenamento. Ma Emanuela lamenta una tutela istituzionale insufficiente. Dopo quanto accaduto, aveva chiesto un trasferimento in un’altra regione, che però le è stato negato perché non è un’insegnante di ruolo. Afferma che il Codice Rosso dovrebbe tutelare tutte le donne, indipendentemente dallo status lavorativo. Se quel trasferimento fosse stato possibile, sostiene, forse Asia sarebbe ancora viva.
Asia Ronda – questo il nome completo del cane – era diventata un simbolo di rinascita e coraggio. Nel 2023 aveva vinto il concorso «Miss & Mr Dog», ideato da Claudia Gentile per valorizzare le storie degli animali adottati. Proprio Gentile, venuta a conoscenza della tragedia, si è attivata per mantenere viva la memoria di Asia. Il 30 luglio a Emanuela verrà consegnata una medaglia al valore in ricordo del suo cane.
L’insegnante rivolge un appello alle istituzioni: chiede che non siano solo i privati cittadini a farsi carico della sensibilizzazione su temi così gravi come violenze di genere e maltrattamenti agli animali. Denuncia il vuoto di tutela reale per le donne in difficoltà, nonostante le campagne pubbliche e l’attivazione di numeri di emergenza. Troppe storie, afferma, finiscono nel silenzio o nelle statistiche dei femminicidi. «Voglio urlare uno stop a tutte queste atrocità», ha dichiarato.
Fonte: Corriere del Veneto