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Morire soli in un garage: la tragica fine del pitbull Diego e l’indignazione che ci riguarda tutti

È morto così, in un garage chiuso, abbandonato per giorni, senza possibilità di fuggire, senza una carezza, forse persino senza acqua. Il pitbull Diego è l’ultima vittima della crudeltà umana e della negligenza che, troppo spesso, viene sottovalutata finché non è troppo tardi. A trovare il cane in condizioni ormai disperate sono stati i vigili del fuoco e la polizia locale, allertati da un residente. Ma all’arrivo dei soccorsi, per Diego non c’era più nulla da fare.

L’animale era stato lasciato in un garage a Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia, mentre il suo proprietario si trovava fuori provincia da alcuni giorni. Secondo quanto riportato da La Gazzetta di Reggio, l’uomo avrebbe dichiarato di aver affidato a un conoscente il compito di prendersi cura del cane. Un compito, evidentemente, mancato nel modo più tragico possibile.

Ora sulla vicenda indaga la Procura di Reggio Emilia, che valuterà se applicare la nuova “legge Brambilla”, entrata in vigore il primo luglio, e pensata proprio per contrastare con più forza i reati contro gli animali. Il corpo del cane è stato trasferito all’Istituto zooprofilattico per l’autopsia, che dovrà fare luce sulle cause della morte, anche se il contesto parla già da sé.

Lasciare un animale chiuso per giorni in un garage non è una dimenticanza. È un atto disumano. Non basta dire “avevo incaricato qualcuno”. Non basta delegare la responsabilità della vita di un essere vivente come fosse un fastidio passeggero. Diego non è morto per un incidente. È morto per una catena di indifferenze.

E questo non può lasciarci indifferenti.

In un Paese in cui ogni anno migliaia di animali vengono abbandonati o maltrattati, serve un cambiamento culturale, non solo normativo. Serve che ogni cittadino capisca che un animale non è un oggetto, ma una vita, con bisogni, emozioni e diritti. Serve che chi commette simili crudeltà ne risponda di fronte alla legge — ma soprattutto di fronte alla coscienza collettiva.

Diego non tornerà più. Ma il suo caso deve diventare un simbolo, un grido che sveglia le coscienze. Perché la civiltà di una società si misura da come tratta i suoi esseri più indifesi. E oggi, ancora una volta, abbiamo fallito.

L’Ausl ha descritto una scena drammatica: l’animale era “senza acqua da bere, in condizioni igieniche drammatiche”. Il corpo del cane è stato poi trasferito all’Istituto Zooprofilattico per l’autopsia, che dovrà chiarire le reali cause della morte.

La versione del proprietario

Il proprietario di Diego si è rivolto all’avvocato Guido Sola del Foro di Modena per chiarire la sua posizione e respingere ogni accusa di incuria: “Il cliente – precisa l’avvocato Guido Sola – è sconvolto per l’accaduto e non si dà pace per la perdita dell’amato cane Diego. Non vi è stata alcuna incuria, anzi. L’animale, affidato sabato mattina a un amico, è stato regolarmente accudito fino a martedì sera”.

foto d’archivio

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