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Sospesa caccia di 5 specie, si al merlo e al colombaccio

Il Tar del Veneto ha sospeso la caccia a cinque delle sette specie autorizzate nelle giornate di pre-apertura del Calendario venatorio 2020-2021. Accogliendo il ricorso delle associazioni ambientaliste (Lipu Wwf, Enpa, Lav e Lac) la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale del Veneto, presieduto da Maddalena Filippi, ha annullato – a partire da domani 2 settembre – “l’abbattimento in preapertura della specie della gazza, della ghiandaia, della cornacchia grigia e nera, nonché della tortora selvatica”.

 

“Prendo atto del decreto di sospensiva – dichiara l’assessore all’Agricoltura Pan e alla caccia – adottato in via cautelare, dato che la camera di consiglio non poteva riunirsi prima del 2 settembre. Osservo che la sospensiva non riguarda il prelievo venatorio in pre-apertura di merlo e colombaccio, specie in sovrannumero, secondo le valutazioni dei nostri tecnici e dell’Ispra, analogamente alle altre cinque indicate dal calendario regionale faunistico-venatorio e oggetto del provvedimento del Tar. Specifico inoltre che la sospensiva non interessa l’apertura della stagione venatoria che rimane confermata per tutte le specie”.

 

“Spiace che questa decisione, che risponde in modo puntuale e solerte alle  istanze dei ricorrenti senza peraltro entrare nel merito del bilanciamento degli opposti interessi – prosegue l’assessore –  venga a cadere nei giorni della vendemmia e delle raccolte ortofrutticole, quando la presenza in sovrannumero di alcune specie invasive come i corvidi, rappresenta una minaccia ancor più grave per coltivazioni e raccolti. Convocherò con urgenza le associazioni del mondo venatorio per informarle e valutare insieme le prossime azioni da intraprendere in sede amministrativa e legale”.

 

Comunicato n. 1231/2020 (CACCIA), a cura della Regione Veneto

Le reazioni. “Stop del TAR all’anticipo della caccia? E’ una buona notizia ma non basta, occorre subito un piano faunistico, fermo in Regione da 12 anni e riflettere su un referendum per abolire l’attività venatoria su area privata. Non riesco a capire come mai quelli che vorrebbero sparare a chi entra dentro casa loro permette a gente armata di sparare a pochi metri dalla propria abitazione. Sono convinta che la stragrande maggioranza dei veneti, come me, ne ha piene le scatole dello scoppio delle doppiette sotto le finestre”.
A dirlo Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde e capolista a Vicenza per la lista ecologista che sostiene la presidenza di Arturo Lorenzoni.
“Il Piano faunistico venatorio è l’unico strumento con cui famiglie ed agricoltori possono vietare il passaggio dei cacciatore nella proprietà. Non averlo rinnovato dal 2008 equivale ad aver tolto un diritto agli agricoltori e alle famiglie ed aver ampliato quelli dei  cacciatori.
Il Veneto è sistematicamente responsabile di non ottemperare alle regole date per regolamentare la caccia e tutelare la fauna selvatica.
Sistematicamente dobbiamo pagare multe salate, con i soldi dei contribuenti.
È davvero priorità quindi questa di permettere a tutti di sparare dovunque ed addirittura in anticipo? È davvero vantaggioso, anche economicamente?
Direi di no. Ed è ora che i cittadini si esprimano a riguardo, dato che fino ad oggi non sono stati ascoltati. Occorre un referendum consultivo regionale, e come esponente di Europa Verde lo proporrò alla prima seduta utile del nuovo Consiglio Regionale”.

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