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Chi ricorda la carta carbone?

Per chi è cresciuto nell’era del digitale, la carta carbone è poco più di un termine sentito nei film o letto su vecchi documenti. Eppure, per oltre un secolo, è stata uno strumento indispensabile nella vita lavorativa quotidiana, soprattutto negli uffici, nelle redazioni e nelle amministrazioni pubbliche.

Inventata agli inizi dell’Ottocento, brevettata nel 1806 dall’inglese Ralph Wedgewood, la carta carbone nasce con l’intento di aiutare i non vedenti a scrivere. Ma è solo con la diffusione delle macchine da scrivere, nella seconda metà del XIX secolo, che questo sottile foglio nero o blu conosce la sua vera consacrazione: permette infatti di produrre più copie di un documento in un’unica stesura.

Il principio è semplice: la carta, ricoperta da uno strato di cera pigmentata, viene interposta tra due fogli. La pressione esercitata dalla penna o dalla macchina da scrivere trasferisce il testo sul foglio sottostante, creando una copia immediata e leggibile. Niente scanner, niente fotocopie. Solo carta, inchiostro e pressione meccanica.

Per decenni, la carta carbone è stata sinonimo di efficienza. Utilizzata in banche, uffici postali, aziende, tribunali e persino nelle famiglie, ha rappresentato una piccola rivoluzione silenziosa. I moduli in triplice copia, i contratti redatti in duplice originale, le lettere protocollate: tutto passava da lì.

Con l’arrivo delle fotocopiatrici negli anni Settanta, e soprattutto con la rivoluzione digitale degli anni Novanta, la carta carbone è progressivamente scomparsa. Oggi, a sostituirla sono file PDF, stampanti multifunzione, e-mail e firme elettroniche. Ma il suo lascito resiste. La dicitura “CC”, ovvero “Copia Carbone”, usata ancora nelle email per inviare messaggi a più destinatari, è un’eredità linguistica diretta di quell’epoca.

Nonostante il suo ritiro dal palcoscenico della tecnologia moderna, la carta carbone continua ad avere un posto nella memoria collettiva e in alcune nicchie professionali, come l’arte del ricalco o la compilazione di moduli a più strati. Oggi è raro trovarla in commercio, ma non impossibile. Alcuni nostalgici, artisti o collezionisti continuano a cercarla. Non tanto per usarla, quanto per ricordare un tempo in cui duplicare un documento era un atto fisico, tangibile, quasi artigianale. La carta carbone resta un simbolo di un’epoca in cui anche duplicare richiedeva cura, attenzione e precisione. Un tempo andato, ma che ha ancora qualcosa da insegnare.

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