La grandezza della famiglia Savarise si percepisce già varcando la soglia della loro sede in via Monte Grappa, 7/E a Quinto Vicentino. Qui, tra scaffali colmi di prodotti d’eccellenza, si respira la passione per la qualità e la tradizione. Pomodorini gialli, scarola, friarielli e il celebre pomodoro asciutto e ruvido in bocca, che regala un gusto unico perché non annaffiato come gli altri. Prodotti scelti da chef stellati, come il rinomato Matteo Grandi, e utilizzati per creare piatti che raccontano il sapore autentico del sud.
Francesco Savarise, 70 anni, patron della famiglia, ci mette la faccia nel vero senso della parola. È orgoglioso e sicuro dei suoi prodotti, tanto che il suo volto campeggia sulla lattina della loro polpa di pomodoro fine da pomodoro pelato. Un simbolo della qualità che garantisce: “Ogni prodotto che offriamo è sinonimo di sacrificio e passione. Non sono solo ingredienti, ma un ponte tra il sud e il nord”.
Esclusivisti delle farine Bongiovanni e Mariani e concessionari per il Veneto di Antiqua, la famiglia Savarise è diventata un punto di riferimento per la ristorazione veneta. Ma dietro questo successo c’è una storia fatta di sacrifici e sogni.
L’inizio di un sogno: da Napoli a Vicenza
“Lo stesso lavoro lo svolgevo a Napoli,” racconta Francesco Savarise, con lo sguardo perso nei ricordi. “Avevo un cliente che consumava dieci chili di mozzarella al giorno. Un giorno me ne chiese cento: il fratello, che viveva a Vicenza, veniva a prenderli una volta al mese. Da lì il pensiero di aprire un deposito.” Da quella semplice conversazione nacque l’avventura che avrebbe cambiato la vita della famiglia Savarise.
“La sera dell’Epifania del 1989, finita la giornata di lavoro a Napoli, partii in macchina e arrivai a Vicenza la mattina dopo con i campioni. Mi recai al supermercato Berico, ce n’erano sette in tutto, e incontrai il presidente della Sisa di Vicenza.”
Il destino bussò più velocemente del previsto: “Quando tornai a Napoli il lunedì sera, trovai l’ufficio sommerso di ordini. Una matassa di fax a terra. Ho pensato di aver vinto al lotto.”
Da quel giorno iniziò una routine dura e instancabile: “Ogni domenica partivo da Napoli verso le tredici, e così per cinque anni, lasciando moglie e figli per consegnare al deposito di Marola. In settimana tornava altra merce e ripartivo di nuovo.Un ciclo continuo.
Per garantire la freschezza, per un anno intero presi il treno due volte a settimana con venti cartoni di mozzarella dai Campi Flegrei, seduto sopra per evitare furti. Arrivavo a Padova all’alba, proseguivo per Lerino, dove mi attendeva un’auto lasciata dal Ristorante Giada, con le chiavi nascoste sotto al tappetino. Poi, per cinque anni, ho dormito nel deposito di Marola, su un divano davanti a una cella frigo. Ogni mattina alle cinque caricavo il camion per le consegne. I clienti iniziarono a chiedere la consegna ogni due giorni, serviva quindi un deposito fisso a Vicenza, ma io avevo la famiglia giù. Non sapevo come fare.”
La svolta arrivò nel settembre 1994, dopo un brutto incidente e grazie alle richieste sempre più insistenti dei clienti:
“Io e mia moglie decidemmo di trasferirci a Vicenza. Presi accordi con il Carrefour di Thiene e subito si unirono anche i Sisa. La mozzarella andava a ruba e iniziarono a chiamarmi ‘Frank Bufala’. Ero stato il primo a portare la mozzarella napoletana nel Veneto.”
Raffaele Savarise: la nuova generazione al fianco del padre
“Quando Raffaele frequentava le scuole medie, al mattino lo portavo con me al lavoro sul motorino prima di lasciarlo a scuola,” racconta Francesco, con un sorriso pieno di orgoglio. “Anche con il freddo veniva ad aiutarmi in magazzino, a caricare il furgone. Poi io andavo a consegnare e lui a scuola. Il pomeriggio faceva i compiti e mi aiutava con email e listini.”
La stoffa per gli affari di Raffaele emerse presto. “Aveva circa quindici anni e mi accompagnava alle consegne. Chiedevamo ai ristoranti: ‘Quanti cartoni vuoi?’ e magari ne chiedevano tre a 54 mila lire ciascuno. Lui, senza dirmelo, se ne faceva dare 55. Una sera tornati a casa gli trovai la tasca piena di mila lire. Gli chiesi: ‘Ma che fai, li hai rubati?’ E lui: ‘No, scusa. Tu non ti fai pagare 54 mila lire a cartone? Io ne chiedo mille in più per il servizio che offriamo.’”
Francesco sapeva che il figlio aveva talento, ma voleva che scegliesse liberamente. “È un ragazzo buono, pensavo, anche se ha saputo cogliere l’occasione.”
Dopo il diploma, Raffaele ricevette diverse offerte di lavoro come contabile, grazie agli ottimi voti. “Gli dissi di provare a fare i colloqui, ma lui mi rispose: ‘No, voglio raccogliere quello che tu hai seminato. Hai fatto tanti sacrifici e io raccolgo.’ E così è rimasto con me. Fieri l’uno dell’altro.”
Euroservice Catering ed Eccellenza nella Pizza: oltre la fornitura, la formazione
La famiglia Savarise non si è limitata alla distribuzione di prodotti di qualità. Con l’obiettivo di diffondere la cultura della vera pizza napoletana in Veneto, hanno fondato Euroservice Catering, un’azienda con sei dipendenti specializzata nella selezione e distribuzione di prodotti alimentari per ristoranti e pizzerie nelle province di Vicenza, Verona, Padova e Treviso. Ma il loro impegno va oltre la semplice fornitura. Nel 2019, Francesco e Raffaele Savarise hanno dato vita all’Associazione Eccellenza nella Pizza (Aenp), un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla promozione e tutela della vera arte della pizza. L’associazione si concentra su tre pilastri fondamentali: formazione, valorizzazione dei prodotti Made in Italy e promozione dei pizzaioli associati.
Ogni anno, Aenp organizza “Pizza in Piazza”, un evento che porta nel centro di Vicenza l’eccellenza dei pizzaioli associati, offrendo al pubblico l’opportunità di degustare pizze preparate con ingredienti di alta qualità. Questa manifestazione rappresenta un momento di incontro tra tradizione e innovazione, avvicinando la comunità locale alla cultura partenopea.
La filosofia della famiglia Savarise è chiara: non sono gelosi custodi dei segreti della tradizione, ma desiderano condividerli. Attraverso l’associazione, offrono corsi di formazione per pizzaioli, con l’obiettivo di portare la vera pizza napoletana a due passi da casa, in Veneto, senza la necessità di recarsi a Napoli. Questo impegno nella formazione garantisce che la qualità e l’autenticità della pizza siano preservate e diffuse.
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