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Eleganza vicentina in bottiglia: quando vino e distillato parlano la stessa lingua

Vinitaly non è stata solo una fiera. È stato un viaggio tra calici e storie, un luogo dove il vino è diventato racconto, visione, radici. In questo palcoscenico internazionale, tre nomi vicentini hanno lasciato il segno portando bottiglie che parlano di territorio, stile e famiglia. Sono Col Dovigo, Villa degli Olmi e Poli Distillerie: tre realtà diverse, ma unite da un’identità forte e dalla volontà di raccontare un Veneto autentico, da gustare con lentezza.

Col Dovigo – Eleganza e radici da Breganze

Sulle colline di Breganze, Col Dovigo coltiva da generazioni un rapporto profondo con la terra. A Verona ha portato due simboli della denominazione: il Vespaiolo Spumante Brut e l’intramontabile Torcolato. Il primo è una bollicina fine e agrumata, vivace e pulita, perfetta per un aperitivo ma anche per accompagnare piatti più elaborati, come una tempura o un pesce in crosta. Il secondo, il Torcolato, è un vino che non ha bisogno di presentazioni: uve Vespaiola appassite, dolcezza elegante, profumi di miele, frutta secca, spezie. È il bicchiere che chiude la giornata, quello da sorseggiare lentamente, magari davanti al camino. Col Dovigo si conferma così una delle voci più autentiche della DOC Breganze, dove ogni etichetta racconta la cura della vigna e il valore della tradizione.

Villa degli Olmi – Tradizione veneta, spirito contemporaneo

Dalle colline di Monteviale, Villa degli Olmi ha portato in fiera una selezione che unisce classicità e visione. Il Merlot Riserva Colli Berici DOC è stato tra i protagonisti: un rosso morbido, avvolgente, con tannini setosi e un finale lungo e armonico. Perfetto con arrosti e carni rosse, ma sorprendente anche accanto a piatti più moderni, come un burger gourmet. A dare respiro alla degustazione ci ha pensato il Garganega IGT, bianco fresco e solare che profuma di fiori di campo, mela e mandorla. Versatile, equilibrato, adatto tanto all’aperitivo quanto a un risotto alle erbe o a una vellutata di stagione. Villa degli Olmi dimostra come si possa parlare ai palati di oggi senza tradire la propria identità: basta sapere da dove si viene, e dove si vuole andare.

Poli Distillerie – La grappa come arte liquida

A Schiavon, Poli Distillerie continua a trasformare la distillazione in poesia. A Vinitaly 2025 ha fatto sognare con una gamma che va dalla tradizione più pura all’innovazione più brillante. La Grappa di Moscato, profumata e delicata, e la Grappa di Amarone, intensa e profonda, raccontano l’equilibrio perfetto tra tecnica e anima. Grande curiosità ha suscitato il Gin Marconi 46, balsamico, floreale, elegante: un distillato moderno, pensato per chi ama la mixology ma cerca l’autenticità delle materie prime. Immancabile anche il Vaca Mora, liquore al caffè cremoso e vellutato, vera coccola di fine pasto che non smette mai di conquistare. Poli non produce semplici distillati: crea emozioni liquide. Ogni bottiglia è figlia di un saper fare che affonda le radici nel tempo, ma che sa ancora sorprendere.

Vicenza e l’Altovicentino al Vinitaly sono stati anche questo: un sorso di territorio, un racconto in bottiglia, una qualità che sa di casa. Col Dovigo, Villa degli Olmi e Poli Distillerie non hanno portato solo vini o distillati: hanno portato un’idea di Veneto sincero, che si assaggia con il cuore prima ancora che con il palato.

Valentina Ruzza (Ph: Photos taken from the social networks of the companies)

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