Si chiama ‘Dynamic Shelf Life (Dsl), ovvero “data di scadenza dinamica” la nuova tecnologia, messa a punta da un team di ricercatori guidato dall’Università di Padova, che potrebbe sostituire il modo in cui viene determinata la scadenza dei generi alimentari venduti a scaffale. Ogni anno circa un terzo del cibo prodotto a livello mondiale, pari a 1,3 miliardi di tonnellate, finisce nella spazzatura. Uno spreco enorme che non solo minaccia la sicurezza alimentare globale, ma accelera anche il cambiamento climatico producendo gas serra.
Per affrontare questo problema un team di ricerca, di cui hanno fatto parte il dottor Junzhang Wu e il professor Alessandro Manzardo, del Centro Studi Qualità Ambiente del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’ateneo di Padova, hanno ideato, sviluppato e sperimentato un nuovo approccio che prevede l’impiego di sensori intelligenti e tecnologia avanzata Internet of Things (IoT). Una nuova tecnologia, spiega Alessandro Manzardo, “che permette il monitoraggio in tempo reale della freschezza degli alimenti lungo l’intera filiera e di conseguenza una più accurata stima della shelf life, ovvero della “vita commerciale” dei prodotti”.
“I risultati del nostro studio – sottolineaJunzhang Wu , primo autore della ricerca – dimostrano che il sistema IoT-Dsl può prolungare la durata di conservazione di frutta, verdura e latticini fino al 13,8%, con un potenziale risparmio di oltre 17 milioni di tonnellate di cibo all’anno solo in Cina (area geografica in cui è stato testato il modello)”. Secondo i ricercatori, inoltre, questo sistema potrebbe al contempo ridurre le emissioni di carbonio di circa 51 milioni di tonnellate di Co2 equivalente all’anno, “superando ampiamente le emissioni generate dalla produzione dei sensori stessi”.