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“A Confindustria stanno arrivando molti soldi, capisco l’ovazione a Draghi”

Ci sono elementi abbastanza comprensibili” che spiegano il modo in cui il premier Draghi è stato accolto di recente dall’assemblea di Confindustriaspiega Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil, intervistata dalla Dire. Secondo la sindacalista “stanno arrivando molti soldi alle imprese senza alcun tipo di condizionalità. Anzi, è stato pure assicurato che le tasse non si toccano, infatti non so come si affronterà il tema del cuneo fiscale e quello dell’evasione”.

Le imprese “stanno andando molto forte- sottolinea Re David, di sicuro quelle metalmeccaniche”. Ma ci sono “assunzioni tutte a termine”, lamenta la segretaria generale Fiom Cgil, “non è stato posto alcun tema sulla stabilizzazione dei rapporti di lavoro“. Lo stesso vale anche per i licenziamenti, “pure rispetto all’avviso comune firmato dai sindacati. Eppure Confindustria non ha detto nulla sulle aziende che non hanno vagamente pensato di tenerne conto”. Infine il green pass, che secondo Re David “è stato fatto in un modo che corrisponde alle richieste di Confindustria. Quindi capisco il loro buon umore”, conclude sul punto.

“NEGLI ANNI ’70 GRANDI CONQUISTE, ORA POLITICHE PASSIVE”

“Mi pare che Draghi abbia come contenuto fondamentale del Patto sociale il fatto che non ci debbano essere tensioni e conflitto sociale, il suo riferimento negativo agli Anni Settanta va in quella direzione. Ma quelli sono stati anni di grandi conquiste nelle fabbriche e nel Paese”. Furono anni “di riforme, dalla sanità all’aborto, dagli asili nido allo stato sociale che è cresciuto” dice Francesca Re David.

Per la Fiom Cgil, in vista del Patto sociale richiesto dal premier, sono più importanti i contenutiDobbiamo affrontare una transizione difficilissima e se pensiamo di farlo licenziando le persone– sottolinea la segretaria generale Fiom- allora non stiamo facendo politiche attive ma passive. Politiche attive vuol dire rinnovare il Paese dando strumenti di formazione ai lavoratori e tenendoli agganciati al posto di lavoro”. Quindi, spiega la sindacalista, “fare un Patto sociale vuol dire che si va verso assunzioni a tempo indeterminato e che si esca dalla condizione di precarietà. I soldi che arrivano prima o poi verranno ripagati, e a farlo saranno i nostri giovani che dal dopoguerra ad oggi non sono mai stati così poveri”, conclude.

“IL GOVERNO COINVOLGE I SINDACATI SOLO ALLA FINE”

Finora abbiamo solo ascoltato il governo, sia sui licenziamenti dove abbiamo avuto solo una comunicazione del governo, che sul Covid, quando c’è stata una chiamata dell’ultimo secondo quando il decreto stava per andare nel Cdm ed essere approvato” dice Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil, intervistata dalla Dire. “Pare quasi che per il governo la funzione del sindacato sia di coinvolgerlo alla fine, tanto per dire di averlo fatto. È un po’ una chiamata a correo”. La situazione è simile “un po’ su tutto”, aggiunge Re David che stila i problemi all’orizzonte. “Non sappiamo come verranno spese le risorse del PNRR, i segretari confederali su questo chiedono una cabina di regia. In realtà credo che Draghi con qualcuno, oltre al suo governo, discuta di questo, e immagino che lo faccia con alcune grandi imprese. Di sicuro non lo fa con noi”. Lo stesso vale per le pensioni, “che sarà un tema molto sensibile in finanziaria. I sindacati hanno una piattaforma, che a volte viene presa in considerazione e altre volte no”. Re David non dimentica gli ammortizzatori sociali, “la transizione si affronta con ammortizzatori sociali specifici”, conclude.

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