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‘Attenti a quello che scaricate su  WhatsApp’, nuovo allarme sicurezza

Allarme di WhatsApp: dopo le immagini animate, adesso anche i file audio e video potrebbero infatti mettere a rischio la sicurezza degli utenti.
Infatti, è stata scoperta una falla, resa nota dalla stessa WhatsApp che causerebbe un problema definito come “critico”. In pratica, sfruttando proprio questo tipo di file opportunamente modificato, permetterebbe ad un malintenzionato di compromettere non solo il contenuto della chat ma anche di prendere il controllo del dispositivo di una vittima, mettendo in atto così una vera e propria sorveglianza.

Detto in parole povere, un simile attacco consentirebbe agli hacker di scaricare e installare sui dispositivi un software maligno e di rendere accessibili e trasferibili i dati sensibili contenuti nello stesso. Un processo che avverrebbe all’insaputa dell’utente. Per evitare rischi basta aggiornare l’applicazione all’ultima versione.
“Lavoriamo costantemente per migliorare la sicurezza del servizio. Rendiamo pubblici i potenziali problemi che abbiamo, risolvendoli con le migliori pratiche del settore. In questo caso, non vi è motivo di credere che gli utenti siano stati colpiti”, ha spiegato un portavoce di Facebook, proprietaria della popolare chat che conta oltre 1 miliardo e mezzo di utenti.

Si tratta del secondo allarme sicurezza in un mese lanciato da WhatsApp. La volta scorsa il problema era legato a una Gif, una immagine animata, che infettava il telefono e poteva rubare dati, foto, video, posta elettronica oppure comportarsi come uno ‘spyware che, come dice la parola, spia la vittima, le sue telefonate, sms e chat. E ancora prima era emerso Pegasus, uno spyware capace di infettare i dispositivi semplicemente tramite una chiamata.

Queste forme di violazione della sicurezza, oltre che far guadagnare gli hacker dalla vendita dei dati, sono sempre più usate per fare spionaggio. A fine ottobre la stessa WhatsApp ha fatto causa alla società israeliana Nso accusandola di essere responsabile di attacchi mirati a circa 1.400 di suoi utenti: in particolare la società avrebbe sviluppato un software spia per sfruttare una falla di sicurezza della chat e sorvegliare alcuni utenti tra gennaio 2018 a maggio 2019. Sarebbero stati presi di mira avvocati, giornalisti, attivisti per i diritti umani, dissidenti politici, diplomatici e importanti funzionari di governo di diversi paesi, tra cui Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Messico. WhatsApp ha reso noto di aver risolto il problema di sicurezza che lo rendeva vulnerabile agli attacchi.

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