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Sicurezza cittadina, il paradosso: il sindaco sotto pressione, il vero potere ce l’ha il Prefetto

La sicurezza dei cittadini è un tema sempre al centro del dibattito pubblico, soprattutto nelle grandi città, dove episodi di microcriminalità e degrado urbano finiscono spesso sulle prime pagine. Ma chi ha davvero il compito di garantire l’ordine pubblico? La risposta, purtroppo, non è semplice.

Molti cittadini guardano al sindaco come al garante della sicurezza, ma in realtà le mani di molti primi cittadini sono spesso legate dalla legge. In Italia, la responsabilità diretta per l’ordine pubblico non spetta ai comuni, ma allo Stato, in particolare al Ministero dell’Interno. È questo dicastero a coordinare le forze di polizia attraverso i prefetti, funzionari che rappresentano il governo sul territorio e hanno poteri di coordinamento e indirizzo nei confronti delle forze dell’ordine locali.

Il sindaco può adottare ordinanze di sicurezza urbana, incrementare la videosorveglianza e promuovere iniziative di prevenzione, ma non può sostituirsi alle forze di polizia o dispiegare agenti al di fuori delle competenze che la legge gli riconosce. Questa distinzione spiega perché, spesso, la politica locale sia costretta a mediare tra esigenze dei cittadini e vincoli normativi.

La figura del prefetto diventa quindi centrale: è lui a definire le strategie di controllo del territorio, a convocare tavoli di coordinamento tra carabinieri, polizia e polizia locale e a intervenire in situazioni di emergenza. Il sindaco, in questo contesto, agisce come intermediario tra cittadinanza e istituzioni centrali, segnalando problemi e proponendo soluzioni, ma senza la possibilità di assumere decisioni operative autonome in materia di sicurezza pubblica.

Il dibattito resta aperto: molti amministratori chiedono più autonomia e risorse per i comuni, sostenendo che una maggiore presenza della polizia municipale possa rafforzare la percezione di sicurezza. Dall’altro lato, gli esperti ricordano che l’ordine pubblico è un compito complesso, che richiede coordinamento e centralizzazione, pena il rischio di frammentazioni e inefficienze.

In sostanza, la sicurezza è un equilibrio delicato tra Stato e enti locali: il cittadino guarda al sindaco come primo riferimento, ma la responsabilità concreta resta nelle mani del Ministero dell’Interno e dei prefetti, veri custodi dell’ordine pubblico sul territorio.

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