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Stagista 18enne veneto muore durante stage, Zaia: “Non si può morire così”

Esprimo cordoglio e piena vicinanza alla famiglia del diciottenne stagista di Noventa di Piave. – sono le parole del Presidente della Regione del Veneto sulla tragica vicenda – Davanti ad una tragedia gravissima come questa si fatica a trovare le parole. Non si può morire, infatti, durante uno stage. Deve essere fatta chiarezza fino in fondo sulle dinamiche dell’infortunio in modo che non rimanga il minimo dubbio su quello che è accaduto. So che queste parole non possono restituire la vita a quel povero ragazzo e tantomeno diminuire, in queste ore, l’immenso strazio della sua famiglia, ma sono l’espressione di un dolore sincero che viene dal cuore”.

La tragedia è avvenuta all’interno della Bc Service, un’azienda specializzata nella piegatura dei metalli che opera in via Volta, a Noventa di Piave (Venezia).

Questa mattina un centinaio di studenti e studentesse hanno protestato davanti al ministero dell’Istruzione dopo la morte, avvenuta ieri, di un loro coetaneo durante l’attività di stage scolastico in un’azienda. La manifestazione, indetta dalla Rete degli Studenti Medi “è simbolo di rabbia e frustrazione– si legge in una nota- per chi aveva già sottolineato, nei mesi scorsi, le carenze strutturali del sistema dei Pcto e del ‘Sistema Duale’ che regola il rapporto tra scuola e lavoro alle superiori”.

“Non sono bastate- commentano con rabbia i rappresentanti del sindacato studentesco- le due morti e i tanti incidenti dello scorso anno a fare intervenire d’urgenza governo Draghi e ministero Bianchi”. “Sull’onda emotiva e dopo le mobilitazioni ingenti di gennaio e febbraio il ministro aveva annunciato di voler riformare i Pcto- spiega Tommaso Biancuzzi della Rete degli Studenti Medi- Non c’è stato però nessun atto pratico da parte del ministero. Pensavamo che le due morti di Lorenzo Parelli e di Giuseppe Lenoci fossero sufficienti a riaprire una discussione seria sulla sicurezza e sul rapporto tra scuola e lavoro. Così non è stato e oggi ci ritroviamo purtroppo di nuovo sotto al ministero indossando dei caschi da lavoro in segno di protesta contro un sistema che ci sfrutta, ci rende precari e ci uccide. Noi abbiamo delle proposte serie e profonde per cambiare le cose, a partire dall’abolizione del Pcto. Il ministero ci ascolti prima che accada di nuovo. Non un morto in più a scuola e sui posti di lavoro, perché non è scuola quella che sfrutta e non è lavoro quello che uccide”. Dalla Rete degli Studenti Medi annunciano altre proteste e manifestazioni per la settimana prossima.

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