- AltoVicentinOnline - https://www.altovicentinonline.it -

Veneto bigotto e ipocrita. Bufera per la canzone di Francesca Michielin

Delicati giri di pianoforte, note malinconiche pizzicate dagli archi, la sua voce limpida scandisce un testo graffiante che punta il dito verso la città di Padova. La nuova canzone della cantante bassanese Francesca Michielin, dal titolo “Padova può ucciderti più di Milano”, fa discutere molto. Il brano in questione è il terzo del suo ultimo album “Cani sciolti” e ha come soggetto la città di Padova, città dove la cantautrice è cresciuta e dove ha frequentato l’università. Nel testo una chiara accusa alla città sporcata da pregiudizi, discriminazioni, ipocrisia e razzismo. «Amarti mi è difficile, troppo freddo nelle ossa, ho il cuore stretto in una morsa. Capirti non è semplice» canta la Michielin nel suo brano. E ancora: «Chissà perché non cambi mai. Muri di cartongesso e preti nelle università. Chi ci salverà?». Il ritornello poi è un messaggio chiaro: «Padova può ucciderti più di Milano, se non stai attento ti annebbierà. Lasciami amare chi mi va, tra semplicismo e semplicità». Il suo è un punto di vista da credente in osservazione delle dinamiche che la città del Santo a suo dire offre, denunciando un fondo di bigottismo nell’essere prima portatori degli insegnamenti cristiani per poi cambiare idea in base alla situazione che si presenta: “Non lasciare il segno ma essere una croce, di cui porto pegno, e chiami animale, quello stesso Dio che poi preghi dall’altare, perché dici in giro che siamo tutti uguali, se poi voti i razzisti ai consigli comunali?” recita una parte del testo. E ancora: “Le battute sconce alle feste di quartiere, sono minorenne, dai, offrimi da bere. Dimmi, in chiesa che cosa reciti a memoria? Di un profugo straniero in una mangiatoia. Se non capisci lascia anche vuoto il tuo presepe. Se sta cadendo un ponte è colpa delle crepe”. Una denuncia sociale che arriva da esperienze di vita personali, come quelle che recentemente ha avanzato sul palco dell’Ariston la pallavolista Paola Egonu. Un tema quindi che a distanza di pochi giorni torna prepotentemente e diventa ancora una volta argomento di discussione, una ferita a quanto pare ancora aperta per chi arriva dalla provincia. Due donne venete che nelle loro affermazioni non fanno di tutta l’erba un fascio, ma sicuramente decidono che sia ora di accendere i riflettori su una possibile realtà nel Veneto che resta spesso in sordina e che si ripresenta di generazione in generazione. “Non voglio attaccare Padova, naturalmente, – spiega a ‘La Tribuna di Treviso’ – che amo, ma è una città che può fungere da metro di paragone per chi non è nato in una metropoli. La provincia è magica, ne vedo e ne riconosco i limiti, ma non vado via, non voglio scappare. I cani sciolti sono le persone dissidenti, quelle che non stanno al guinzaglio o alle regole. Io stessa sono un cane sciolto e lo sarò sempre, ma ho scelto di tornare a vivere e a scrivere qui perché in questo luogo mi sento sincera al 100% con me stessa e con la mia musica”. Canzoni come “Ghetto perfetto la stessa” e “Padova può ucciderti più di Milano” hanno testi forti derivanti da ragionamenti su temi come razzismo e ipocrisia, come la stessa Michielin afferma per Il Mattino: «Sono cresciuta in Veneto dove non esistono metropoli. Padova, però, è una città straordinaria per tanti motivi, ma allo stesso tempo è pure una città di differenze. Molti miei amici se ne sono andati via anche per questo. Nel brano un ragionamento da credente mi porta a concludere che non ha senso andare in chiesa, ma poi essere razzisti e non pensare che se Gesù fosse stato un migrante sarebbe stato respinto come accade oggi a tanti». Tanti i commenti sotto il brano dell’artista su Youtube, i più di appoggio alle parole della bassanese, come il commento di @maseiro21: “Sono di Padova anch’io e concordo pienamente con questa canzone che fa una fotografia dell’indegna ignoranza che ha contagiato anche questa città. Da padovano dico ai miei concittadini di guardarsi in faccia ed essere più onesti perché da soli non si va da nessuna parte insieme invece di si può arrivare lontano, ma i partiti che ci governano vogliono solo le tenebre perché per gli incapaci è più facile da gestire”. L’analisi di @lucaserafini81 pone l’attenzione sull’amore che ha l’artista per la città contrapponendo il dolore per questa condizione: “’Padova mi ha ucciso molto più di Milano’: se un posto ti sta a cuore, ti fa più male vederne le contraddizioni e le cose che non vanno. Credo sia tornata nei luoghi che l’hanno vista crescere proprio perché la partecipazione emotiva di queste zone le permette di sentirsi più ‘sé stessa’. Una persona importante, che anni fa viveva tra Milano e Colonia, aveva il suo “rifugio” vicino a Bassano del Grappa e vi tornava per rigenerarsi e tornare alle origini, lontano dal frastuono delle città e libero di sentirsi una persona normale, diversa dal “ruolo” che ricopriva nel suo campo. Libera di parlare con la gente senza filtri, cosciente dei limiti dei piccoli paesi, ma, nonostante tutto, felice di sentirsi a proprio agio”. Anche @davidepevarello9724 è solidale con l’artista e riporta la sua esperienza: “Sono nato a Padova e ho vissuto nel padovano tutta la mia vita, e voglio solo dire che una canzone così la stavo solo aspettando. Farei un monumento a Francesca Michielin”. Un’altra esperienza di vita si fa quindi strada e viene espressa in questo caso in chiave artistica, attraverso una canzone. A questo punto il tema si fa sempre più scottante e apre al dibattito: “Padova è davvero razzista?”

Laura San Brunone

 

Testo canzone: “Padova può ucciderti più di Milano”

Amarti mi è difficile
Troppo freddo nelle ossa
Ho il cuore stretto in una morsa
Capirti non è semplice
Mille alberi distrutti
E salgari immaturi intorno a me
Chissà perché non cambi mai

Muri di cartongesso e preti nelle università ah-ah
Chi ci salverà?

Liberami dal male che mi fai
Una particola al gusto dei miei guai
Padova può ucciderti più di Milano
Se non stai attento ti annebbierà
Lasciami amare chi mi va
Tra semplicismo e semplicità

Parlarti mi disintegra
Troppo aridi i discorsi
Caigo, pane e morsi
Lodarti è una blasfemia
È meglio ridere per niente che piangere per sempre

Secondo te…

Liberami dal male che mi fai
Una particola al gusto dei miei guai
Padova può ucciderti più di Milano
Se non stai attento ti affogherà
Lasciami amare chi mi va
Tra semplicismo e semplicità

Sai cosa vuol dire
Non lasciare il segno ma essere una croce
Di cui porto pegno
E chiami animale
Quello stesso Dio che poi preghi dall’altare
Perché dici in giro che siamo tutti uguali
Se poi voti i razzisti ai consigli comunali?
Le battute sconce alle feste di quartiere
Sono minorenne, dai, offrimi da bere
Dimmi, in chiesa che cosa reciti a memoria?
Di un profugo straniero in una mangiatoia
Se non capisci lascia anche vuoto il tuo presepe
Se sta cadendo un ponte è colpa delle crepe

Liberaci dal male che ci fai
Una particola non ce la imboccherai
Padova mi ha ucciso molto più di Milano
Ma io resisto e resto qua
Andate in pace cuori in libertà
Amate senza vanità

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su: