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Aumentano del 3,1% i rifiuti speciali, ma calano del 6,3% quelli pericolosi

Aumenta la produzione dei rifiuti speciali non pericolosi del 3,1% ma calano del 6,3% i rifiuti speciali pericolosi. Lo rileva l’Ispra che oggi ha diffuso i dati del Rapporto Rifiuti Speciali, numeri, sottolinea l’Istituto, strettamente legati alla lieve ripresa economica registrata nel 2010, anno di rilevamento della dodicesima edizione del Rapporto. In particolare, la produzione di rifiuti speciali in generale si è incrementata del 2,4% (da 134,6 milioni di tonnellate a 137,9 milioni di tonnellate), dato che, spiega l’Ispra, risulta strettamente correlato alla limitata ripresa del mercato e dell’industria dopo la crisi del biennio 2008-2009.

 

 L’aumento della produzione dei rifiuti speciali è ascrivibile totalmente a quelli speciali non pericolosi che, rispetto al 2009, mostra un incremento del 3,1% a circa 3,9 milioni di tonnellate, tornando ai livelli del 2008, spiega l’Ispra. La produzione di rifiuti pericolosi presenta, invece, un calo percentuale del 6,3%, pari a quasi 655 mila tonnellate. I rifiuti speciali non pericolosi vengono soprattutto dal settore costruzioni e demolizioni e dalle attività manifatturiere, con percentuali pari, rispettivamente, al 46,2% e 26,4% del totale, mentre alle attività di trattamento dei rifiuti è attribuibile il 20,2% della produzione complessiva, con quasi 26 milioni di tonnellate. Analizzando i soli rifiuti pericolosi, l’Ispra rileva che il settore manifatturiero ha prodotto circa la metà del totale, esattamente il 47,8%, pari a 4,6 milioni di tonnellate.

Il 24,4% è invece attribuibile al settore ‘servizi, commercio e trasporti’, che ricomprende un quantitativo pari a circa 1,7 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso, e il 18,4% proviene dalle attività di trattamento rifiuti. Il 63,8% (2,9 milioni di tonnellate) del quantitativo di rifiuti pericolosi complessivamente prodotto dal settore manifatturiero deriva dall’industria chimica della raffinazione e della fabbricazione di prodotti chimici, di articoli in gomma e in materie plastiche. Passando alle statistiche dei rifiuti, ripartiti in base alle caratteristiche merceologiche, i rifiuti speciali pericolosi maggiormente prodotti, continua l’Ispra, risultano i ‘Fanghi derivanti dalle acque reflue industriali’ con un quantitativo pari a circa 2,4 milioni di tonnellate (24,5% del totale prodotto), seguiti dai ‘Veicoli fuori uso’ con quasi 1,7 milioni di tonnellate (17,3%) e dai ‘Rifiuti chimici’ che rappresentano il 14,0% del totale dei rifiuti pericolosi prodotti, con 1,3 milioni di tonnellate.

I rifiuti non pericolosi maggiormente prodotti risultano invece quelli da ‘Rifiuti minerali della costruzione e della demolizione’, il cui quantitativo ammonta a 35,7 milioni di tonnellate (27,9% del totale di rifiuti non pericolosi). Seguono le ‘Terre e rocce da scavo’ con 15,1 milioni di tonnellate (11,8% del totale), i ‘Rifiuti metallici ferrosi’ con 9,8 milioni di tonnellate (7,7%) ed i ‘Rifiuti misti da impianti di trattamento dei rifiuti’ con quasi 9,6 milioni di tonnellate (7,5%). Nel 2010, i rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia sono stati circa 145 milioni di tonnellate, di cui 133 milioni (il 91,8% del totale) costituiti da rifiuti non pericolosi e i restanti 12 milioni (8,2%) da rifiuti pericolosi. (adnkronos)

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