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Braccialetti per borseggiatori a Venezia, la proposta di Zaia: “Li compriamo noi”

 Luca Zaia rilancia il braccialetto elettronico per i borseggiatori, un tema molto sentito a Venezia. “Spero che il Parlamento affronti questo tema. I braccialetti? Li compriamo noi, ci mettiamo a disposizione per fare un progetto sperimentale”, afferma il governatore del Veneto, tornato sul tema oggi durante il punto stampa a Palazzo Balbi.

I borseggiatori, sottolinea Zaia, “sono dei criminali, finiamola di parlare di micro-criminalità. Fanno aggressioni e furti e nelle nostre città turistiche, soprattutto a Venezia che ha un assembramento unico e diventa substrato per i borseggiatori. Rivediamo quasi sempre le stesse facce”.

Quindi, conclude il ragionamento il leghista, “se uno è recidivo gli metti il braccialetto, così tutti noi sappiamo dove va e magari gli diamo un bel Daspo da tutta l’area marciana o da tutte le aree affollate. Penso sia legittimo dal momento che uno vive rubando”.

“PROMESSE IRREALIZZABILI”
“Quando Zaia propone il braccialetto elettronico per i borseggiatori lo fa consapevole del fatto che non si tratta di una prerogativa del presidente di una regione ma di una competenza dello Stato. Inoltre, Zaia sa anche che la legge prevede il ricorso a questi strumenti solo in presenza di reati specifici, che non includono il borseggio. Di conseguenza Zaia fa intendere che la sua campagna elettorale camperà su proposte irrealizzabili; pertanto, non ha cuore la soluzione a problemi che i cittadini affrontano giornalmente”. Il consigliere regionale di Avs Renzo Masolo boccia così lo slancio del presidente della Regione, Luca Zaia, pronto a sostenere le spese per acquistare il braccialetto elettronico come deterrente per i borseggiatori. Non si può, contesta Zanoni e chiede: “Per quale motivo la proposta di partenza non è stata quella, molto più funzionale, di chiedere la convocazione del Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza? A noi sembra, inoltre, che i dati forniti sul fenomeno dei borseggi a Venezia siano carenti, perché molti cittadini, soprattutto stranieri, lamentano il fatto di non essere messi nelle condizioni di poter presentare denuncia. A noi risulta che a Venezia, come riportato sul sito della Questura, l’Ufficio denunce sia accessibile dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12.30, orari proibitivi per chi, ad esempio, subisce il furto del passaporto nel pomeriggio poco prima di recarsi all’aeroporto per rientrare nel paese di provenienza. Se il tema della sicurezza sta effettivamente a cuore, come è giusto che sia, non lo si utilizzi per prendere in giro i cittadini già esasperati”, conclude l’esponente di Avs.
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