AGI – Per la prima volta un vaccino a mRNA ‘fisso’, più semplice ed economico da produrre rispetto ai vaccini personalizzati, si è dimostrato in grado di raddoppiare il tasso di risposta nei pazienti con melanoma avanzato e resistenti a più trattamenti standard, sia in combinazione con l’immunoterapia che da solo. Ad annunciarlo è stato Paolo Ascierto, professore ordinario di Oncologia all’Università Federico II di Napoli e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli, in occasione del congresso annuale dell’European Society For Medical Oncology (Esmo), in corso a Berlino.
Lo studio ha coinvolto 184 pazienti con melanoma avanzato non operabile (stadio III o IV), che avevano già subito e fallito le terapie di blocco immunitario come gli anti-PD-(L)1, note per eliminare i ‘freni’ che impediscono al sistema immunitario di riconoscere e contrastare il cancro. Il risultato principale misurato, cioè il cosiddetto tasso di risposta obiettivo (Orr), è stato sorprendente, superando ampiamente le aspettative. “La combinazione di Bnt111 e dell’immunoterapico cemiplimab – dichiara Ascierto – ha raggiunto un tasso di risposta obiettivo del 18%, quasi il doppio rispetto al tasso storico del 10% che ci si aspetta in questa popolazione di pazienti, dimostrando l’efficacia statistica del nuovo approccio. È stata osservata una risposta completa, un risultato eccezionale in oncologia, nell’11,7% dei pazienti trattati con la combinazione. Mentre dati di follow-up mostrano risposte profonde e durature, con un impatto positivo anche sulla sopravvivenza a lungo termine: quasi la metà dei pazienti (47,8%) trattati con la combinazione Bnt111+cemiplimab era ancora viva a 24 mesi (2 anni) e circa un quarto dei pazienti (25%) trattati con la combinazione era libero dalla progressione del tumore a 24 mesi”.
Efficacia del vaccino ‘fisso’ in monoterapia
Interessanti anche i risultati registrati nei pazienti a cui è stato somministrato solo il vaccino fisso. “La somministrazione del solo vaccino ‘fisso’ ha raggiunto un tasso di risposta obiettivo del 17%“, precisa Ascierto. “È stata osservata una risposta completa nel 13% dei pazienti trattati in monoterapia. Mentre i dati di follow-up mostrano – aggiunge – un impatto positivo anche sulla sopravvivenza a lungo termine: il 37,6% dei pazienti era ancora vivo a 24 mesi e, nello stesso periodo di 2 anni, il 21% era libero dalla progressione del tumore”. La somministrazione del vaccino, sia da solo che in combinazione, si è dimostrata ben tollerata e con un profilo di sicurezza gestibile. Gli effetti più comuni sono stati febbre e brividi.
“Questi dati confermano il potenziale dei vaccini a mRNA ‘fissi’ come nuovo strumento contro il melanoma avanzato“, sottolinea Ascierto. “In una popolazione refrattaria ad altri trattamenti, vedere risposte obiettive, incluse remissioni complete, è un risultato incoraggiante. Il prossimo passo – conclude – sarà verificare l’efficacia in studi più ampi”.