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PizzAut e Nico Acampora tra i Top 25 Chef secondo Forbes: quando l’inclusione diventa la stella più luminosa

Sembra incredibile, ma forse lo è davvero.

Forbes, una delle riviste economiche più autorevoli al mondo, ha appena pubblicato la classifica dei 25 Top Chef Italiani. Tra stelle Michelin, volti noti della televisione e imprenditori della ristorazione, compare anche un nome che non ha mai cercato fama ma che oggi incarna una rivoluzione silenziosa e potentissima: Nico Acampora, fondatore di PizzAut, la prima pizzeria italiana interamente gestita da personale autistico. Nico, già insignito dell’Ambrogino d’Oro nel 2021, del titolo di Cavaliere della Repubblica nel 2022 e Cittadino d’Europa nel 2023, non è uno chef nel senso tradizionale del termine. Ma il suo impatto sulla cucina italiana è stato così profondo da meritare di essere annoverato tra i grandi nomi del calibro di Cannavacciuolo, Cracco, Oldani, Bottura e Borghese. Perché Acampora non ha solo sfornato pizze: ha sfornato opportunità, fiducia, dignità. “Forbes ha premiato PizzAut come esempio di business redditizio e meravigliosamente inclusivo”, si legge nella motivazione. Un riconoscimento che parla a chi ha il coraggio di cambiare le regole, di guardare oltre il profitto immediato per investire su ciò che arricchisce davvero una società: le persone, tutte, nessuna esclusa. Durante la cerimonia di premiazione, il suo intervento – interrotto cinque volte dagli applausi – non ha parlato di impasti, farine o lievitazioni. Ha parlato di lavoro, di diritto, di inclusione. Ha raccontato che le persone autistiche non sono solo capaci, ma straordinarie nel portare avanti un servizio, una cucina, un’intera brigata. “Assumete personale autistico”, ha detto rivolgendosi ai colleghi stellati, “perché un ristorante può avere cinque stelle, ma anche cinque cuori”. E i risultati si vedono. Proprio il giorno dopo la premiazione, uno chef stellato – che ha chiesto di restare anonimo per non essere frainteso – ha raccontato a Nico di aver assunto un ragazzo autistico, ispirato dall’esempio di PizzAut. Un gesto enorme. Eppure tenuto nell’ombra per timore degli haters, di chi strumentalizza, di chi giudica senza comprendere. Nico avrebbe voluto gridarlo al mondo, ma ha scelto il rispetto, e continua a camminare per la sua strada: a testa alta, con il grembiule sporco di farina e le mani piene di umanità. Pizzaut oggi è molto più di una pizzeria. È un manifesto vivente che dimostra come l’inclusione possa non solo funzionare, ma fiorire. Un modello replicabile, sostenibile, che genera valore economico e valore umano. Dove i ragazzi e le ragazze, spesso dimenticati o confinati ai margini, trovano uno spazio in cui essere protagonisti. Dove non si serve solo cibo, ma anche speranza. Cosa penso di questa storia?Che ci riguarda tutti. Che ci commuove. Che ci insegna. Perché in un mondo affamato di esempi autentici, Nico Acampora è la prova che la cucina può essere uno dei luoghi più potenti per cambiare la società, un piatto alla volta.

V.R.

 

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