Il presente è già una certezza, il futuro assicurato perché il suo talento è smisurato. Sara Curtis ha riscritto la storia del nuoto italiano, raggiungendo una finale mai vista nella gara regina, i 100 stile libero. Lei, che un giorno punterà a mettere la corona in testa, aggiorna quel racconto comunque ed è ottava nell’atto conclusivo della gara in questi Mondiali di Singapore in 53″41.
LA GARA
Gara coraggiosa e senza rimpianti quella della 18enne di Savigliano – tesserata per Esercito e CS Roero – che passa seconda in 25″28 (25″32 in batteria e 25″42 in semifinale) ma poi perde di fluidità negli ultimi venticinque metri e chiude con un ritorno 28″13. Si conferma campionessa iridata l’olandese Marrit Steenbergen in 52″55, seguita dall’australiana Mollie O’Callaghan in 52″67 e dalla statunitense e vice campionessa olimpica Torri Huske in 52″89.
“Voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state accanto in questo periodo. Ero abbastanza agitata prima della finale. Ho provato a viverla nel migliore dei modi”.
UN SORRISO CONTAGIOSO
Nata il 19 agosto 2006 a Savigliano, in provincia di Cuneo, questa giovane atleta di 180 centimetri, figlia di un padre piemontese e una madre nigeriana, ha conquistato il pubblico con il suo sorriso contagioso e un talento cristallino. Sara è il frutto del grande amore tra papà Vincenzo e mamma Helen.
Proprio le sue origini sono finite nel mirino degli haters. Ai quali ha risposto come è nel suo carattere solare e diretto senza tanti giri di parole.
“Alcuni scrivono che i miei record italiani in realtà sono nigeriani. Sono frasi che mi fanno ribrezzo. Questi signori dovrebbero sfogliarsi la Costituzione, sapere che tra i requisiti per avere la cittadinanza c’è quello di avere almeno un genitore italiano. Mio papà è italiano, mia mamma è nata in Nigeria dove io non sono mai stata, ma un giorno ci andrò. Essere nata da due culture diverse è il mio grande arricchimento”.