- AltoVicentinOnline - https://www.altovicentinonline.it -

Serena Brancale, la voce che non si lascia mettere in vetrina. Il no di X Factor è diventato un sì alla libertà

di Valentina Ruzza

Canta in dialetto, veste come le pare, suona jazz ma balla su TikTok. Serena Brancale è il tipo di artista che non si lascia contenere: un’esplosione di ritmo, radici e autenticità che in pochi anni ha saputo costruirsi una carriera solida, personale, e sempre più riconosciuta. Dopo il successo virale di Baccalà, ha calcato da protagonista il palco dell’Ariston a Sanremo 2025 con Anema e core: un brano che fonde cuore barese e anima napoletana, jazz e passione mediterranea. Classe 1989, originaria di Bari, Serena Brancale è cantante, polistrumentista, cantautrice e performer. Dopo la formazione al Conservatorio e un passato da violinista, ha scelto la voce come strumento centrale. La sua è una musica contaminata: jazz, funk, R&B, suoni elettronici, ma anche e soprattutto lingua madre – il dialetto barese – che diventa cifra stilistica, dichiarazione d’identità, e linguaggio emotivo. È salita per la prima volta all’Ariston nel 2015, tra le Nuove Proposte, con Galleggiare. Ma è solo con Baccalà (2024), brano autoprodotto e lanciato online, che la sua voce rompe la bolla e conquista TikTok, Instagram e le playlist degli italiani. Ironica, autoironica, tagliente, Baccalà racconta una donna che rifiuta di farsi trattare come “pesce da banco”, e ha fatto cantare (e ballare) milioni di persone.

Quando venne scartata a X Factor

Nel 2021 si era presentata ai provini di X Factor, ma non è stata selezionata. Un’esclusione che avrebbe potuto spegnere un sogno, ma che Serena ha trasformato in combustibile creativo. «Mi dissero no, ma è stato un bene. Quella porta chiusa mi ha dato la forza di restare me stessa e trovare la mia strada», ha raccontato in varie interviste. Oggi, proprio quella scelta le dà ragione: ha costruito un percorso autonomo, originale, lontano dalle logiche dei talent, ma vicinissimo al cuore del pubblico. Il ritorno a Sanremo nel 2025, questa volta tra i Big, segna un momento decisivo. Con Anema e core – scritto con Federica Abbate, Jacopo Ettorre, Manuel Finotti e Nicola Lazzarin – Serena porta sul palco un brano a metà tra ballata e dichiarazione d’intenti. Il titolo richiama la tradizione partenopea, ma l’anima è profondamente pugliese: il dialetto barese affiora nei versi come materia viva, emozionale, linguistica. L’arrangiamento mescola armonie jazz, pulsazioni soul e una tensione orchestrale misurata, che valorizza ogni parola. È una canzone d’amore, ma non banale: è l’amore vissuto da chi ha imparato a camminare da sola, a cadere, a ridere e a prendersi sul serio solo quanto basta. La voce di Serena qui è calda, narrante, intensa, ma senza orpelli: dice tutto con una carezza e un graffio, insieme. Pur piazzandosi solo ventiquattresima in classifica, Anema e core ha colpito per maturità e autenticità, e ha raggiunto in breve tempo la certificazione oro. Segno che il pubblico, più della giuria, ha saputo coglierne la forza sotterranea.

Serena Brancale è anche un caso interessante di equilibrio tra immagine e contenuto. I suoi video su TikTok, i backstage senza filtri, gli scatti provocatori al pianoforte: nulla è posa, tutto è parte di un’identità artistica che rivendica la libertà di essere multipla, sensuale, e profondamente professionale. «Mi dicevano di non vestirmi in un certo modo perché facevo jazz. Ma io sono questa, e non ho niente da nascondere», ha affermato con chiarezza. Con il tour in partenza e nuovi progetti all’orizzonte, Brancale continua a esplorare le infinite forme del suo linguaggio musicale. Niente bis di Baccalà, promette lei. Piuttosto nuove ballate, nuove contaminazioni, forse un disco live. E sempre – rigorosamente – in dialetto. Perché oggi, Serena Brancale è la prova che la voce può essere non solo uno strumento, ma un gesto politico, una scelta culturale, un atto d’amore.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su: