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Assegno unico: fino a 200 euro al mese a figlio. Sul bonus 110% regna il caos

L’obiettivo è restituire “fiducia” a un paese in ginocchio per la crisi del Coronavirus, e dare slancio alla ripresa economica. La legge di Bilancio approvata in consiglio dei ministri stanzia “risorse significative, nonostante il contesto difficile che stiamo attraversando”, ha detto ieri Giuseppe Conte in conferenza stampa.

L’assegno unico per i figli è il piatto forte. Arriverà “fino a 200 euro a figlio”, annuncia il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, spiegando che per il 2021 il governo sta dispiegando “70 miliardi per la ripresa” tra i 39-40 della manovra e i 31 lasciati in eredità dai decreti per l’emergenza, dal Cura Italia fino al decreto agosto.

Sull’incentivo alle ristrutturazioni green, nelle stesse ore, però, scoppia il caos: “E’ folle non estendere il superbonus”, tuonano i parlamentari M5S. “è una rivoluzione, è impensabile non darle gambe prolungandola almeno per tre anni”.

L’agitazione dei cinque stelle è motivata dalle tabelle contenute nel Documento programmatico di Bilancio che il governo ha inviato a Bruxelles per un primo esame della manovra “a fine mese”, come ha ricordato il commissario Paolo Gentiloni: nel Dpb compare la proroga di vari bonus edilizi, dall’ecobonus al bonus facciate, ma non del 110%. In sostanza la misura, che è comunque già finanziata per i lavori avviati fino a dicembre 2021, al momento non sarà prorogata con la legge di Bilancio perché, è la spiegazione che si affrettano a dare dal governo, arriverà “con i fondi del Recovery Plan”. La decisione, assicurano dal Mef, è già stata presa, si tratta solo di attendere quindi “l’allocazione delle risorse” europee.

Cassa integrazione

Intanto nei prossimi giorni prenderà forma un nuovo “decreto novembre”, che sfrutterà, ha spiegato Gualtieri, “le risorse residue” dei 100 miliardi di stanziamenti di emergenza per il 2020. Le “quantificazioni sono ancora in corso” ma i fondi serviranno sia per una nuova tranche di aiuti ai settori più colpiti dalla pandemia, a partire da turismo e ristorazione, sia per la proroga della Cig Covid fino alla fine dell’anno, in attesa di un nuovo ciclo di cassa integrazione a inizio 2021 finanziato con 5 miliardi in manovra.

Insieme agli ammortizzatori di emergenza sarà prorogato anche “il blocco dei licenziamenti: stiamo valutando insieme ai sindacati (un nuovo incontro è previsto per mercoledì, ndr) delle modalità per garantire anche nella fase di emergenza una adeguata tutela. In ogni caso tutte le imprese che useranno la cassa covid non potranno licenziare”. Il governo, affonda il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, parla con i sindacati e “forse ha dimenticato che esistono le imprese, e forse sarebbe bene confrontarsi con loro”. Per il leader degli industriali “siamo ancora in fase di emergenza, non di ripartenza” e una riforma del fisco non si deve limitare “alla sola revisione dell’Irpef” ma essere “complessiva” e pensata “come leva di sviluppo”.
Proprio a una riforma “organica, non aggiustamenti marginali”, dice Conte, sta già lavorando l’esecutivo, che si affiderà a una delega per per rivedere anche riscossione, contenzioso tributario, per riformare il processo tributario e “anche per la riforma delle aliquote”. Modello tedesco o altro, ha aggiunto il ministro dell’Economia, l’importante è ottenere un calo delle tasse, per cui in manovra è già appostata una dote da 8 miliardi complessivi, di cui circa 6 destinati però all’assegno unico. Per la nuova Irpef ci saranno però anche le risorse che arriveranno “dalla lotta all’evasione e dall’emersione del lavoro nero” con l’obiettivo, ribadisce il premier, di “pagare tutti perché tutti possiamo pagare meno”.

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