Tragico ritrovamento a Calimera, in provincia di Lecce, dove una mamma e suo figlio di 9 anni sono stati ritrovati morti in circostanze tutte da chiarire. Come spiega il Quotidiano di Puglia, nel pomeriggio di ieri un sub si è imbattuto in un cadavere durante un’immersione in mare a Torre dell’Orso. Il corpo è stato identificato in breve tempo grazie ai piercing e ai tatuaggi della donna: Najoua Minniti, 35enne originaria della provincia di Reggio Calabria. Poco dopo è scattato l’allarme per il bimbo, Elia Perrone. La sua scomparsa era stata denunciata dal padre che non riusciva a mettersi in contatto né con lui né con la ex. Il piccolo non si era nemmeno presentato a scuola la mattina.
L’IPOTESI OMICIDIO-SUICIDIO
Le indagini sono coordinate dalla pm Erika Masetti. Non si esclude l’omicidio-suicidio, ovvero che sia stata lei stessa ad uccidere il figlio, per poi togliersi la vita. Serviranno ulteriori accertamenti per chiarire la dinamica o l’eventuale coinvolgimento di terze persone. La donna lavorava come lavoratrice stagionale nei villaggi turistici e, negli ultimi mesi, avrebbe attraversato delle difficoltà economiche.
IL SINDACO DI CALIMERA, GIANLUCA TOMMASI: “UN DOLORE IMMENSO E DIFFICILE DA COMPRENDERE. EVITIAMO SUPPOSIZIONI O RICOSTRUZIONI NON VERIFICATE”
“Care concittadine e cari concittadini, le ultime ore hanno profondamente sconvolto la nostra comunità. La tragedia che ci ha colpiti — il ritrovamento in mare del corpo di una nostra concittadina e, poco dopo, quello del figlio nella loro abitazione — rappresenta un dolore immenso e difficile da comprendere“, scrive in una nota il sindaco di Calimera Gianluca Tommasi.
“In questo momento così duro, desidero esprimere, a nome mio e dell’intera Amministrazione, la più sincera vicinanza alla famiglia e a tutti coloro che conoscevano e volevano bene a queste due vite spezzate“, prosegue il primo cittadino.
“Un pensiero particolare va ai bambini e ai ragazzi del nostro paese, che più di tutti rischiano di essere colpiti dalla paura e dalla confusione– sottolinea Tommasi-. La scuola è già attiva per offrire ascolto, sostegno e un ambiente sereno in cui elaborare quanto accaduto con delicatezza e professionalità. Come comunità abbiamo il dovere di proteggerli, accompagnandoli con attenzione e con il giusto linguaggio, senza esporli a informazioni o commenti che possano generare ulteriore ansia“.
Poi l’appello: “Le forze dell’ordine stanno lavorando con rigore e dedizione per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Vi chiedo di lasciare spazio al loro lavoro, evitando la diffusione di voci, supposizioni o ricostruzioni non verificate, che rischiano solo di aumentare lo smarrimento e il dolore”.
“Oggi più che mai dobbiamo restare uniti. Raccogliamoci nel silenzio, nella vicinanza reciproca e nel rispetto. La nostra comunità ha sempre saputo reagire con dignità nei momenti più difficili, e anche questa volta sapremo farlo, insieme”, conclude il sindaco.