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Bistefani chiude lo storico stabilimento. I krumiri diventano veneti. Tremano 150 famiglie

Chiude lo storico stabilimento Bistefani di Villanova Monferrato, celebre per i biscotti ‘krumiri’ ma non solo, che affondava le proprie radici nell’alessandrino dal 1955 e acquisita solo tre anni dalla veronese Bauli. Un duro colpo per i circa 150 dipendenti, compreso l’indotto della manutenzione e delle pulizie, nonostante Bauli per mezzo dell’amministratore delegato Stefano Zancan faccia sapere la disponibilità del gruppo veneto ad assorbire tutti i lavoratori.

 

La decisione che rischia di stravolgere la vita di 150 persone e relative famiglie è stata presa in questi giorni da Bauli, a causa di un calo costante di produzione nonostante dal 2013, anno di acquisizione, fosse stato investito del capitale per fermare il declino della storica azienda casalese, iniziato negli anni 2000.

 

Così mentre i maestri pasticceri della Bauli sono intenti a sfornare le colombe pasquali, i lavori della Bistefani, dovranno cimentarsi in questa contrazione lavorativa che porterà alla chiusura dello stabilimento a fine estate. Perché se verrà confermato il corridoio di trasferimento a Castel d’Azzano sede della Bauli, è da verificare quanti avranno la possibilità di accedervi sradicandosi e cambiando la propria vita in tempi brevi. Per ora restano agevolati un numero ristretto di dipendenti, circa una trentina, giovani e senza un vincolo familiare che li trattenga.

 

Che il destino di Bistefani fosse segnato girava nell’aria da quando Bauli aveva implementato nel proprio stabilimento veronese delle linee di produzione che ora verranno destinate a sfornare krumiri e merendine. In prima linea a supporto dei lavoratori ci sono Marco Maplassi (Cgil) e Enzo Medicina (Cisl) per agire in difesa dei loro diritti, puntando a buone uscite  e incentivi economici per supportare chi potrà accettare il trasferimento a Verona, cercando inoltre di tutelare quei lavori che erano prossimi alla pensione.
I margini di dialogo tra azienda e sindacati  si annunciano comunque molto risicati, per il momento ai lavoratori si prospetta la mobilità e, come riporta casalenews.it, il deputato Pd Fabio Lavagno ha presentato un’interrogazione parlamentare al governo per favorire il dialogo e chiedere un coinvolgimento della regione Piemonte.

P.V.

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