Poche righe e nessuna firma che evocherebbero una regia camorristica dietro l’attentato del 16 ottobre contro Sigfrido Ranucci. L’ordigno esploso davanti alla casa del conduttore di Report arriva, infatti, a ridosso dell’inchiesta sul presunto traffico d’armi che coinvolgerebbe la veneta Cantieri Navali Vittoria. La lettera anonima, recapitata alla redazione di Rai3, traccia un filo rosso tra Campania e Veneto. Un collegamento che gli inquirenti non stanno sottovalutando. In Procura sono stati ascoltati come persone informate sui fatti Francescomaria Tuccillo, ex amministratore delegato dei Cantieri e Daniele Autieri, giornalista di Report.

La lettera anonima. Sarebbe arrivata nella redazione di Report venerdì 14 novembre. Poco dopo che Tucillo viene sollevato dal suo ruolo all’interno dei Cantieri: al suo posto Roberto Cavezzana, già amministratore finanziario. In questo scritto, subito consegnato in Procura, i riferimenti a ambienti camorristici e al presunto traffico d’armi finito emerso nel servizio che Autieri aveva realizzato ad Adria, in provincia di Rovigo, alla Cantieri Navali Vittoria.
Le mitragliatrici nel capannone. Il 24 settembre su Rai3 va in onda il servizio di Autieri. Un dossier che svela un fatto inquietante. In un magazzino dei Cantieri Navali Vittoria vengono trovate un paio di casse. All’interno, due mitragliatrici M2 calibro 50: armi da guerra con una gittata di sei chilometri, non registrate. Il giornalista ricostruisce che le M2 avrebbero dovuto essere montate su delle motovedette destinate alla Polizia dell’Oman, paese della Penisola Arabica. Tuccillo, davanti alle telecamere di Report, parla chiaro: un ritrovamento così, in condizioni normali, farebbe scattare l’arresto obbligatorio. “Se fosse intervenuta una polizia giudiziaria ignara dei fatti -ha detto al giornalistica Autieri-avrebbero dovuto arrestare me e il direttore generale Valentina Cristanini”. Sul ritrovamento delle armi sta ora indagando la Procura di Rovigo. Ma non solo. Anche la Guardia di Finanza. Lo storico e centenario Cantiere Vittoria è passato nelle mani dell’imprenditore Roberto Cavazzana a inizio anno, dopo la crisi che aveva travolto la storica azienda adriese, chiudendo oltre ottant’anni di gestione della famiglia Duo’. Secondo fonti giornalistiche, nei mesi successivi l’attività sarebbe rimasta ferma per impostare un piano di rilancio, con gli operai cassaintegrati e nessuno, dalla vecchia proprietà, avrebbe avvisato la nuova della presenza di armi all’interno del cantiere. Quando a settembre le casse sono state aperte, una troupe di Report era presente, riprendendo ogni istante del ritrovamento.

Il licenziamento con tempismo. Poche ore dopo l’esplosione davanti casa di Ranucci, a Tuccillo arriva una pec firmata da Cavazzana: revoca dell’incarico. Anche questo tempismo rappresenterebbe un dettaglio importante per gli investigatori. Ora i nuclei investigativi di Roma e Frascati indagano per danneggiamento e violazione della legge sulle armi, aggravati dal metodo mafioso. Un impianto che, se confermato, scuoterebbe in Veneto farebbe tremare i polsi.
P.V.