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Dare del fascista ad un cittadino è reato, ad un politico no

Apostrofare un politico come “fascista”” non è reato. Ma dirlo a un cittadino qualunque è un’offesa.

C’è una sentenza della Cassazione  che potrebbe risultare paradossale. Perché fa una differenza non da poco: il reato scatta non per quello che si dice ma per chi lo dice. E non è cosa da poco.

La legge non è uguale per tutti quando si tratta di apostrofare come fascista qualcuno. E a sostenerlo è proprio la Cassazione: se un politico lo dice a un altro, è legittimo. Se un cittadino lo dice a un suo simile, rischia la galera. La sentenza in commento ha annullato la condanna inflitta dalla Corte d’appello per diffamazione a un consigliere comunale che, nel corso di una seduta, aveva dato del fascista al sindaco. E l’assoluzione è stata piena, «perché il fatto non costituisce reato». Contro la condanna di secondo grado il consigliere ha fatto ricorso in Cassazione e lo ha vinto in pieno. Perché?

Secondo la Cassazione, la chiave di lettura sta nella critica politica: «Con il termine fascista – si legge nella sentenza – non si fa altro che richiamare una ideologia e una prassi politica che è stata in passato propria di molti italiani, che ha caratterizzato per un ventennio del secolo scorso il governo del Paese e che, peraltro, trova ancora oggi espliciti sostenitori».

E ancora: «Sul piano politico con l’uso di tale termine si intende stigmatizzare, da parte degli avversari politici, un comportamento ritenuto arrogante ed antidemocratico, improntato a scarso rispetto nei confronti degli oppositori politici, oltre che reazionario nelle scelte di politica sociale. Non vi è dubbio, quindi, che tale termine non può essere considerato un’ingiuria, ma deve essere ritenuto come espressione di una critica politica, certo assai aspra, ma del tutto legittima».

Cosa vuol dire tutto ciò? Che un politico è giustificato a dare del fascista a un altro politico. Ma per chi non fa parte del Parlamento, per chi non svolge attività politica, le cose cambiano. La Cassazione, infatti, sancisce che «dare gratuitamente del fascista ad un comune cittadino è certamente offensivo perché mira a dipingere lo stesso come arrogante e prevaricatore, ma riferirlo ad un politico che, peraltro, esercita rilevanti poteri pubblici è espressione di critica».

Fonte La Legge per tutti

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