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Di Maio inviato speciale per trattare sul prezzo del gas nel Golfo Persico: perchè lui?

La proposta di nominare Di Maio inviato speciale per trattare sul prezzo del gas nel Golfo Persico lo aveva talmente lasciato di stucco che subito la settimana scorsa aveva depositato un’interrogazione a Josep Borrell per capirne di più. Al momento, una smentita non è arrivata. E continuano a rimanere le perplessità circa le motivazioni che abbiano portato a questa scelta. A parlare è l’europarlamentare Paolo Borchia, coordinatore Id in commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (Itre) e responsabile federale Lega nel Mondo. Nel frattempo, il ‘caso’ comincia a montare e anche in Italia si è aperto un dibattito su questa ipotesi,. “Nessuna smentita sulla possibile nomina di Luigi Di Maio – oggi giovane disoccupato, ex esponente del Movimento 5Stelle – a inviato speciale dell’Unione europea nel Golfo Persico per occuparsi di energia e gas”, spiega. “Per questo ruolo- prosegue Borchia-, si apprende sempre dai media, è stato giudicato il più adatto, tra i candidati in lizza, da un panel di tecnici”.

Lo stupore di Borchia è tanto: “Difficile credere che siano stati i titoli conseguiti o le esperienze lavorative maturate prima dell’incarico in Ministero a farlo diventare il miglior candidato per trattare per l’Europa il prezzo del gas, per giunta in un periodo economico e sociale così complesso”, osserva l’europarlamentare. “Difficile, quindi, credere che la sua figura sia davvero la migliore anche rispetto a concorrenti altamente qualificati come ex commissari o inviati dell’Onu. Certamente l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell, non appena vorrà rispondere alla mia interrogazione saprà spiegare quali sono i punti del Curriculum Vitae di Di Maio che lo rendono il più idoneo a ricoprire questo delicato incarico internazionale”.

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