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I cittadini hanno il dovere di denunciare le irregolarità

a cura dell’avvocato  Antonio La Spina

Una certa parte della popolazione ritiene che i cittadini comuni si pongano di fronte alla legge sentendosi sovrastati da qualcosa di assai più grande e potente di loro. Pertanto, si preoccuperebbero principalmente di evitare di averci a che fare, o di capire come difendersi quando incappano in essa. Certamente esistono leggi occhiute e vessatorie. Sono tuttavia delle cattive leggi. Sebbene non in tutti i regimi politici, in moltissimi casi il diritto – che nei paesi dell’Unione Europea consiste anzitutto nella legislazione – serve proprio a tutelare il cittadino, non soltanto consentendogli di perseguire i propri progetti di vita entro un quadro di punti fermi, ma anche agevolandogli la vita con soluzioni normative ragionevoli, al passo con i tempi, ben costruite, capaci di avvalersi dei migliori e più avanzati mezzi tecnologici, tali da trattare equamente e ove possibile contemperare gli interessi in gioco. La buona legge, dunque, non si impone sui cittadini, a loro danno, bensì è creata e opera nel loro interesse, al fine di migliorare la loro vita. Se leggi del genere non fossero quelle di gran lunga prevalenti, saremmo come quegli uomini simili alle bestie feroci che secondo Hobbes vivevano in uno stato di natura dominato da incertezza e paura, perché sregolato, o invece dei sudditi alla mercé di chi ci governa.

Vi sono però anche strumenti volti primariamente a evitare le violazioni, a complemento del diritto penale. Si esplicano in ambito amministrativo, anche con il concorso dei cittadini. Eppure, in Italia gran parte della popolazione ancor oggi non ne è al corrente. Si può fare qui cenno a due tra i molti ambiti di attività dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac): la ricezione delle segnalazioni di abusi; la banca dati informatizzata sui contratti pubblici.

I corrotti ledono gli interessi della cittadinanza, non solo appropriandosi di risorse pubbliche, ma anche distorcendo la concorrenza a beneficio di chi fa parte di certe cricche: in tal modo viene penalizzato chi è bravo, onesto e lavoratore. Utenti dei servizi, dipendenti di pubbliche amministrazioni o di entità private, liberi professionisti, quando intravedono comportamenti a loro avviso disonesti volti a fare cattivo uso di risorse pubbliche, possono e talora devono rivolgersi in forma palese – attraverso un percorso che in certa misura li tuteli da possibili ritorsioni – alla pubblica amministrazione coinvolta, al cui interno però spesso stanno i presunti corrotti. Ovvero possono contattare direttamente l’Anac.

Negli Stati Uniti, in base a norme la cui prima versione risale alla guerra di secessione – si parla infatti di Lincoln Law – chi fa tali segnalazioni, detto whistleblower, riceve una ricompensa monetaria commisurata alle cospicue somme di denaro rimesse sulla retta via grazie alla sua cooperazione. In altri paesi, tra cui l’Italia, non è così. Da noi c’è peraltro una diffidenza diffusa verso chi denuncia, espressa da epiteti quali muffuto (in siciliano), spione, infame, e così via. Certo, sono da biasimare le delazioni anonime o gli attacchi fondati su falsità, forzature, inezie, dicerie, spezzoni di frasi o altro ritagliati ad arte, violazioni indebite della sfera privata, dossier finalizzati a spezzare le gambe a qualcuno mettendolo in cattiva luce senza che egli sia un delinquente. Invece, sono utili e doverose le segnalazioni – ovviamente da sottoporre a rigorose verifiche – riguardanti certi abusi in tema di denaro e di potere.

In secondo luogo, chi ha il compito di spendere fondi pubblici va monitorato con riguardo al modo in cui procede, a coloro che sceglie come contraenti, alle prestazioni che richiede, alle somme che paga. Con appositi aggiustamenti, che tengano conto, ad esempio, di specificità territoriali o collegate al tipo di beni e servizi da acquistare, alcune semplici comparazioni tra le amministrazioni efficienti e quelle cui invece va chiesto conto e ragione di scostamenti significativi (i quali fanno da campanelli d’allarme) potrebbe essere già di per sé un potente antidoto alle gestioni allegre.  L’Anac ha avviato tali confronti. I cittadini lo sanno?

Fonte Gds

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