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Rischio ‘tilt’ da eccesso di tecnologia smart

In ufficio o in salotto, in auto, in treno o al bar, le tecnologie ‘smart’ sempre piu’ ci fanno sentire incompetenti: premiamo quando dovremmo strisciare; pizzichiamo inutilmente lo schermo del laptop cercando di ingrandire il testo, o cerchiamo addirittura di cambiare i canali Tv con il mouse. Segno che il cervello, sovraccaricato dalla gestioni di nuovi e sempre piu’ sofisticati apparecchi, non riesce piu’ a dare l’imput giusto per il corretto movimento della mano.

 

A studiare gli effetti sulla ‘materia grigia’ della moltitudine di dispositivi digitali il neuroscienziato cognitivo Ross Cunnington dell’Universita’ del Queensland, in Australia. Secondo Cunnington il ciclo di anticipazione, irritazione e quindi imbarazzo per un gesto sbagliato si verifica quando il cervello trasferisce prematuramente un compito dal lobo frontale (dove avviene l’apprendimento) ai piu’ primitivi gangli basali, che trattano le azioni ‘automatiche’. Con ogni nuova ondata di dispositivi digitali in commercio, aumenta il potenziale di disconnessione fra mano, occhi e macchina. Il problema con tutti questi nuovi dispositivi e’ che vi sono tanti tipi differenti, scrive lo studioso sul Journal of Neural Engineering. Ne deriva un sovraccarico, specie a causa dei ”movimenti innaturali”, quando un movimento fisico e’ disconnesso dal suo effetto e quindi rappresenta un passo cognitivo che va oltre i gesti ‘naturali’, come raccogliere qualcosa da terra.

Nella sua ricerca Cunnington ha ‘irritato’ i partecipanti con situazioni in cui ad esempio invertiva la direzione del mouse in modo che il cursore si muovesse in direzione opposta alle aspettative. Fortunatamente, scrive, il cervello si adatta rapidamente: un paio di minuti per l’inversione fra su e giu’ e 10 minuti per l’assai piu’ difficile inversione destra-sinistra. Quando si impara a usare un nuovo congegno, tutta l’azione e’ sul lobo frontale. ”Le persone usano molto il controllo visivo, guardando le proprie mani, guardando l’oggetto dell’obiettivo che cercano di raggiungere”, spiega. (ansa)

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