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Settore danza fermo. Donazzan rassicura: ‘Presto linee guida per la ripresa’

Le scuole di ballo e la danza sportiva, disciplina molto seguita e diffusa nel mondo e che genera turismo e relazioni, rischiano di essere fortemente penalizzati da Covid 19 e dalle relative misure adottate per contenere la pandemia. Credo che si debba trovare una strada possibile, equiparando questi lavoratori, anzi artisti, alle palestre e individuando protocolli specifici che prevedano la danza di coppia solo tra marito e moglie e conviventi, nonché balli figurati e coreografie che rispettino il distanziamento fisico. I professionisti e gli appassionati della danza sportiva e della danza classica, moderna e contemporanea hanno bisogno di tornare ad allenarsi negli spazi opportuni”. L’assessore regionale alla scuola e al lavoro , Elena Donazzan, richiama l’attenzione sul mondo della danza, in tutte le sue molteplici articolazioni, particolarmente penalizzato dalla pandemia.

I suoi operatori sono stati i primi a chiudere e ora forse saranno gli ultimi a riaprire – fa presente l’assessore – E’ di oggi la notizia che i set cinematografici hanno concordato il loro protocollo per riprendere riprese e attività filmica in sicurezza. Per il mondo della danza continuano invece a mancare indicazioni chiare e misure di sostegno. Eppure le tante professionalità di questo settore meritano attenzione e aiuti. Il fatto di essere ‘figli di nessuno’ un po’ sport e un po’ cultura, un po’ ricreazione e un po’ spettacolo, non li sta aiutando”.

Il Veneto, che vanta realtà di eccellenza come il corpo di ballo dell’Arena di Verona, accademie di danza di tradizione ormai secolare e rassegne di grande prestigio come il festival della danza contemporanea all’Operaestate Festival o Bassano Open., organizzato da Federazione Italiana Danza Sportiva e World Sport Federation e che nell’ultima edizione ha radunato 680 coppie partecipanti da 40 paesi – conclude l’assessore – non può e non vuole perdere queste professionalità che regalano arte, bellezza e attrattività ai nostri luoghi della cultura e creano lavoro per migliaia di addetti”.

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