C’è una squadra che non conosce tregua, che entra in campo come un rullo e lascia solo polvere dietro di sé. È il Lane di Stefano Gallo, che al Menti stende anche l’Albinoleffe (3-1) e si prende la nona vittoria in dieci gare. Numeri da grande, atteggiamento da squadra vera, quella che ha fame, gamba e idee chiare. La cornice è quella delle grandi serate: 7916 cuori biancorossi, solo 7 ospiti, e un Menti che vibra al ritmo di un gruppo che non smette mai di crederci. Gallo, ancora orfano di Tribusuzzi, Pellizzari, Rada e dello squalificato Morra, non cambia filosofia: dentro la stessa mediana che aveva piegato la Virtus Verona e davanti spazio ai soliti due arieti, Rauti e Stückler. La risposta? Lampante. Dopo appena tre minuti Rauti si accende, ruba palla e serve Vitale, che ci prova col destro ma trova un Di Chiara attento. È solo il preludio.
Al 13’ il Vicenza va in gol con Vitale, ma l’arbitro annulla per un fallo di Stückler. Proteste, nervi, giallo a Vitale, ma anche un messaggio preciso: il Lane c’è, eccome. Il muro bergamasco regge fino al 40’, poi cede: Costa mette un pallone perfetto in area, Vitale controlla e spara un destro chirurgico che gonfia la rete e fa esplodere il Menti. È l’1-0, ed è meritatissimo.
Nella ripresa il copione non cambia. Al 56’ il raddoppio è da manuale: cross al bacio di Leverbe, Rauti anticipa tutti e infila il 2-0 di testa. Sette centri in stagione per lui, e l’urlo liberatorio di un pubblico che sente l’odore del sogno. Il ritmo non cala e al 70’ arriva anche il tris. Stückler entra in area e viene atterrato da Potop: il VAR conferma, dal dischetto va proprio Stückler, che spiazza Di Chiara e chiude i conti. È il 3-0, è dominio. Solo nel finale l’Albinoleffe trova un lampo d’orgoglio con Angeloni (85’), ma ormai è tardi. Gallo dà spazio al giovane Broggian, classe 2008, accolto da un’ovazione che sa di futuro. Al triplice fischio, il Menti esplode ancora.
Il Lane corre, sogna e non si ferma più. Identità, intensità, mentalità: tre parole che spiegano perché questa squadra è di un altro livello. E mentre i riflettori si spengono, resta una certezza: questo Vicenza non gioca solo per vincere. Gioca per emozionare.
V.R. (ph M.P.)