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Schio. “Vincere a occhi chiusi” , quando la disabilità non è limite. Salvagnin ospite del Lions Club Thiene Colleoni

Quando la disabilità più che un limite fisico è un gap culturale. “Vincere a occhi chiusi” la serata tenuta dal Lions Club Thiene Colleoni ne ha riassunto così il concetto, grazie alla testimonianza di Simone Salvagnin arrampicatore non vedente di Schio e atleta della Nazionale Italiana Paralimpica.

Nato e cresciuto a Schio, portavoce ufficiale della Carta Onu dei diritti dei disabili, Simone tecnicamente è cieco con un residuo visivo del 2,7 per cento, eppure il mondo lo ha girato, conducendo una vita movimentata tra arrampicate in pareti rocciose, pedalando in bicicletta da Vicenza fino all’India, diventando atleta della Nazionale italiana di paraclimbing, portandosi a casa la Coppa del Mondo a Londra e vincendo più volte la Rock Master, la gara di arrampicata italiana più importante che si svolge ogni anno ad Arco nel trentino.
Il tutto essendo ipovedente. Il tutto Simone lo ha fatto riscoprendo il proprio corpo, ‘guardando’ il mondo attraverso gli altri sensi. Una testimonianza, quella di Simone, che ha centrato l’obiettivo della serata organizzata dal Lions Club Thiene Colleoni, sancita dalla presentazione del suo presidente Loris Corò: “Il cuore della nostra associazione pulsa attraverso l’attenzione, la sensibilità e l’impegno che i Lions mettono verso le forme di diversità e disabilità, con progetti ed opere che possano rendere più facile l’esistenza quotidiana di queste persone con cani guida, bastoni elettronici, eliminazione delle barriere architettoniche, nonché i progetti di informazione e di divulgazione presso le scuole per ridurre quanto più possibile il divario culturale che impedisce una adeguata comprensione dell’universo diversità”.

Nel raccontare di sé, ma soprattutto di quando si arrampica e impegna tutto se stesso dimenticandosi della sua condizione di non vedente, Simone ha dato una valida dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, del coinvolgimento totale della sua mente e del suo corpo, ponendo una persona disabile al pari di una normodotata, entrambe con l’unico scopo di salire e non cadere.

Paola Viero

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