In 35 anni avrà percorso non meno di 150mila chilometri, correndo 1151 maratone. Tre volte, abbondanti, il giro del mondo. Con la macchina – dirà qualcuno – son buoni tutti. Lui però quella strada se l’è fatta tutta a piedi, girando mezzo mondo.
Lui, è Antonio Grotto, atleta del Vicenza Marathon e imprenditore thienese, 75 anni portati alla grande, felice di raccontare con il suo inestinguibile carattere da guerriero, perché ama così tanto correre. La sua distanza ideale sono i cento chilometri e, ancora oggi, porta a termine tre-quattro gare agonistiche al mese. Non sotto casa, ma viaggiando in Italia e nel mondo.
Il bello è che tutto questo non lo fa per battere record sportivi, ma per conoscere meglio sè stesso. Correre, infatti, ha per lui un valore quasi spirituale. Il maratoneta senza limiti, né di tempo né di spazio, è padre di due figli e nonno di quattro nipotini.Grotto vive tra Thiene, Parigi e San Martino Buon Albergo, dove ha sede una delle aziende fondate nel 1983 da lui e la moglie, la Genero Anna, una società che si occupa della vendita di registratori di cassa e ancora in mano alla sua famiglia e per la quale è stato premiato dal Comune per le sue performance da record.
Grotto, cosa le attira nell’esperienza della corsa?
La corsa da la possibilità di viaggiare, conoscere, capire, vivere nuove avventure e andare oltre il fisico e la mente. Correre mi fa stare bene, perché anche se ora mi pongo sempre mille obiettivi per sfidare me stesso, lo faccio comunque col sorriso. E quando non posso correre, è davvero dura stare fermo sul divano. Diciamo che per me la corsa non è solo sport, è diventata ormai una parte integrante del mio stile di vita e mi ha insegnato delle lezioni preziose che vanno ben oltre il semplice muovere le gambe.
Alla sua non più giovane età, sportivamente parlando, ci vuole costanza e perseveranza. E’ d’accordo?
Se vuoi raggiungere degli obiettivi specifici, non puoi pensare di correre a caso. Devi pianificare, allenarti, e non c’è pioggia che tenga che ti permetta di saltare un allenamento. Non ci sono domeniche mattine a letto se ti aspetta un lungo per la maratona. Ma fa parte del gioco, fa parte di questa passione che ti permette di pianificare la tua vita in base agli allenamenti, un po’ come è accaduto a me. Non è questione di non avere tempo, e questione di saperlo gestire. Questa pianificazione, a volte veramente ferrea, ti permette anche di avere una certa autodisciplina in altre sfere della tua vita personale. Si impara a gestire meglio il proprio tempo ed in modo più efficiente. Il tuo titolare apprezzerà.
Correre le ha permesso di conoscere il mondo, anche i posti più inospitali della Terra, come i deserti di Atacama, Gobi e Sahara.
Correre mi ha permesso di vivere il mondo esterno in modo diverso, di accorgermi di piccoli dettagli ai quali di solito non ci farei caso. Di amare l’aria aperta e la natura e tutte le bellezze del mondo. Per quello amo scoprire nuovi territori di mondo correndo, è un altro modo di vivere il viaggio. Lo sport e in particolare la corsa per me è vita, è un continuo viaggio con me stesso, che mi aiuta a scoprire nuovi lati di me e nuove lezioni di vita. Partire per il deserto dei Gobi, nel cuore della Cina, è stato qualcosa di prepotentemente lontano da una vacanza. Un deserto unico, estremo, quasi inaccessibile, tagliato dai venti che scendono dalle cime degli ottomila metri. Una gara di 250 chilometri, terribile per condizioni climatiche e logistiche.
Quali sono le sue distanze preferite?
Le 24 ore, mentre oggi preferisco le 100 chilometri. Ho corso 25 ore il passatore e la massacrante Nove Colli. In queste gare, oltre alla dedizione, sacrificio, costanza e impegno, ho imparato a gestire la fatica e a mettere sotto controllo l’acido lattico.
Quale è stata l’esperienza più bella di corsa?
Senza dubbio la Grand Raid de la Reunion, la “Diagonale des Fous”, sull’isola francese nell’Oceano Indiano. C’era un’atmosfera indescrivibile alla partenza, il percorso e l’arrivo ti motivano costantemente a dare il massimo.
Quanto conta l’alimentazione alla sua età per eccellere nella corsa?
Io cerco un’alimentazione varia ma equilibrata a livello di carboidrati, tre volte a settimana, e alterno con pesce e verdura. Ho cancellato il pasto a mezzogiorno, azzerando pasta e riso. Tutti sappiamo che per ottenere il massimo rendimento da un’attività sportiva, come nel caso della corsa, non bastano costanza e allenamento. Anche la dieta gioca un ruolo essenziale per trovare il giusto equilibrio tra l’energia consumata e quella bruciata durante l’esercizio.
Una ultramaratona è un po’ una metafora della sua vita?
Si esattamente, ma rappresenta anche una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo. Passo due o tre ore da solo correndo. Faccio tanta meditazione, tanta midfullness, Cerco di portare sempre la mia attenzione sul qui e ora. Anche quando mi alleno non penso a quanti chilometri rimangono, ma a quanti chilometri ho già fatto. Mi do sempre dei piccoli step.
La sua ultima gara quando è stata?
Domenica scorsa ho corso la maratona di Verona e l’ho conclusa con il tempo di 5h01’51”, arrivando primo nella mia categoria SM75. Una prova che ancora una volta mi rende orgoglioso. Poi ho corso altre maratone quest’anno, a Borgo San Lorenzo (5h16’06”), a Marsala (5h08’42”), a Ravenna (5h05’12”), Bologna (4h59’35”), Carrara (4h52’01”), Russi (4h46’42”), senza contare diverse ultramaratone.
F.C.