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Thiene. Luca Zoldan: « Sono campione del mondo ma non me ne rendo conto»

Una grande soddisfazione vissuta con tanto entusiasmo, ma anche con un equilibrio tutto interiore, quella del thienese campione del mondo juniores di komite’ Luca Zoldan, che è rientrato da Terezina, Brasile, riportando due ori, un argento ed un bronzo.
«Sono molto contento dell’esperienza che ho vissuto, sia per i risultati sul piano agonistico, ma anche per le nuove conoscenze fatte sul posto – commenta Luca – L’Italia e’ ben rappresentata nella disciplina del karate , siamo un gruppo molto unito e anche uno dei piu’ preparati.

Le altre nazionali ci studiano per copiare le nostre tecniche di combattimento.»
Al karate Luca e’ arrivato all’eta’ di sei anni, un po’ per caso, «solo per evitare le discipline sportive classiche, come il calcio o il tennis». Con molta modestia, rivela di essersi reso conto di avere i numeri per competere al massimo livello solo due anni fa’, quando, dopo aver vinto i campionati italiani, ha fatto la prima trasferta a Buenos Aires, riportando una bella vittoria.
La passione per la sua disciplina sportiva traspare dalle sue parole, quando afferma di non aver mai sofferto particolarmente per i sacrifici imposti dalle trasferte stancanti, ne’ per dover rinunciare a parte del tempo libero – tre ore settimanali, in tempi normali, fino a 16 nel mese precedente una gara.
Lo sport per lui e’ innanzitutto un divertimento, e per questo non si lagna neanche per i costi delle competizioni, tutti a carico degli atleti, visto che il karate non riceve le sovvenzioni che avrebbe se fosse riconosciuto come disciplina olimpionica. L’unica osservazione che fa, riguarda gli stipendi esagerati dei calciatori: «Non capisco come lo sport possa di diventare un lavoro, per me e’ qualcosa che si fa perche’ piace».
Con molta tranquillita’ ha affrontato anche la coincidenza della sua competizione mondiale con gli esami di maturita’: «Mi sono preso i miei rischi, accantonando gli allenamenti sotto esami e affrontando una cosa per volta». Anche adesso che si iscriverà alla facolta’ di fisica conta di programmare i tempi per proseguire con entrambe le carriere, quella universitaria e quella sportiva.
«Consiglio il karate – conclude infine – a tutti quei ragazzini che hanno bisogno di imparare ad affrontare gli altri. E’ uno sport che ti costringe a confrontarti con l’altro e ti insegna che da ogni confronto emergono soprattutto considerazioni su di te, sulla tua tecnica e sul tuo modo di porti, su come potresti migliorare nella efficacia del tuo apporto».

Umberto D’Anna

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