Non serviva il tabellino a raccontare la serata del Menti: bastava guardare i volti dei tifosi, il loro entusiasmo che si è trasformato in un canto unico, come se il tempo si fosse fermato. Il Vicenza ha travolto il Lumezzane con un roboante 5-0, ma soprattutto ha dato la sensazione di essere una squadra pronta a voltare pagina e a scrivere un nuovo capitolo della sua storia recente. Il debutto di Stefano Gallo non poteva immaginarsi migliore: intensità, organizzazione, fame. Il Lane ha interpretato la partita come un manifesto di intenti, mostrando un calcio aggressivo e verticale, con la difesa alta e il coraggio di rischiare. Una scelta che ha pagato. Il primo squillo è arrivato dalla retroguardia: Leverbe ha aperto la festa con un gol che ha liberato il boato del Menti. Poi ci ha pensato Sandon, con un sinistro potente e preciso, a far esplodere ancora una volta lo stadio. Non solo reti, ma personalità e compattezza: Pellizzari, gettato in campo da titolare, ha mostrato la freschezza della gioventù mescolata a una sorprendente maturità. Nella ripresa, il Lane non si è accontentato.
Il rigore trasformato da Morra ha blindato il risultato, prima che due nuovi protagonisti scrivessero la parola fine: Stuckler, con un destro che ha scosso la porta, e Rauti, al ritorno da idolo ritrovato, hanno fissato il punteggio su un 5-0 che non lascia spazio a interpretazioni. È stata una partita che ha avuto il sapore di una dichiarazione: il Vicenza c’è, è vivo, e non intende recitare il ruolo di comprimario.
La folla del Menti, quasi diecimila cuori biancorossi, ha percepito il segnale e ha risposto con applausi, cori e quella passione che da sempre accompagna la squadra. Cinque gol, cinque messaggi chiari: solidità, coraggio, talento, intensità e fame. Se il campionato è un lungo viaggio, il Vicenza ha appena acceso i motori con l’energia delle grandi occasioni.
Valentina Ruzza