Una morte inspiegabile quella di Gabriel Gacic, che a soli 21 anni il 3 febbraio ha lasciato mamma Sanja, papà Sasa, e il fratello Viktor di 15 anni. Il mestiere di genitore non è facile, non è semplice garantire loro un futuro adeguato come non è facile nemmeno riuscire a capire fino infondo un figlio, capire le sue fragilità e aiutarlo per quanto possibile di conseguenza. I genitori di Gabriel, originari della Bosnia, affranti dal dolore per la perdita  del loro amatissimo figlio, hanno passato i giorni successivi in lutto, cercando conforto nella fede e volgendo il più possibile le loro attenzioni al figlio quindicenne. “Non ci spieghiamo il perché del suo gesto, è un dolore inimmaginabile”.

Gabriel apparentemente aveva tutto quello che un ragazzo della sua età potesse desiderare: la sua libertà, l’affetto dei suo genitori, la complicità con il fratellino, gli amici, aveva intrapreso il secondo anno di università, scienze della comunicazione e aveva appena iniziato a lavorare quattro ore al giorno al supermercato Lidl vicino casa. I genitori lo descrivono come un ragazzo allegro, solare in famiglia, sempre con il sorriso, mentre con chi non conosceva era più selettivo, timido e riservato, atteggiamento che aveva rispetto alla sua vita personale. Amante dei viaggi, amante del buon cibo tanto da andare a verificare le recensioni di un ristorante per poi organizzare una cena con la sua famiglia, amante della neve e della montagna, fino a pochi giorni prima era andato a sciare a Folgaria con la sua famiglia.

Viaggiavano molto insieme e ogni volta era un momento di unione familiare, di puro divertimento e amore: Grecia, Spagna, Croazia… le mete erano diverse e lui ogni volta non vedeva l’ora di scoprire nuovi paesaggi, nuovi posti dove poter anche mangiare del buon cibo. Impossibile a questo punto, per questi genitori e per i suoi amici, capire per quale motivo Gabriel abbia deciso di interrompere la sua vita, dove fino al giorno prima sembrava essere normalità, quando invece forse dentro di sé, dentro i suoi silenzi covava già del dolore represso che nascondeva bene.

Chi era Gabriel

Da Thiene, sua città natale, Gabriel per un periodo si è trasferito con la famiglia a Gorizia, Ronchi dei Legionari, dove ha iniziato le scuole superiori come liceo scientifico. Nel 2016 tornano a Thiene e riprende gli studi all’Ipsia Garbin dove si diploma. I genitori ringraziano anche il preside della scuola per aver inviato loro una lettera di cordoglio. Da lì inizia a lavorare come dipendente a Sarcedo nell’azienda Sperotto e si iscrive all’Università. Lavorava e studiava Gabriel.

“Ho sempre pensato di sapere tutto di lui, invece forse non sapevo nulla” confida la mamma con dolore. “Non pensate di sapere tutto dei vostri figli, non sapete niente” si aggiunge il padre. “Vivono 24h su 24h con voi in casa ma non sapete nulla di loro. Possono nascondere i loro segreti sul telefono, sul pc, possono avere pensieri privati loro tengono dentro di sé e che crescono senza darsi la possibilità di capire come poter superare. La verità è che siamo agganciati a Dio, alle decisioni di Dio, al suo volere” asserisce papà Sasa. “Per questo tutti sono rimasti scioccati, perché sapevano che rapporto avevo io con lui e che ragazzo d’oro era Gabriel” aggiunge mamma Sanja. “Lui era sempre con me, avevamo un rapporto d’amore e di aiuto reciproco smisurato. Amava tanto il suo fratellino, amava la sua famiglia, aveva progetti per il futuro, amava la vita. E’ per tutto questo non ci spieghiamo come sia potuto accadere”. Lo descrivono come un ragazzo onesto, responsabile tanto da dargli il pin del conto familiare, senza vizi o dipendenze. Forse l’unico particolare era quello di essere un ragazzo buono, così buono da non voler dare un peso ai loro genitori e in questo modo, ha deciso di portare con sé i suoi dolori e le sue debolezze.

L’appello dei genitori di Gabriel alle famiglie. Le parole di papà Sasa

“Non abbiamo risposte, non capiamo cosa in cosa possiamo aver mancato, o sbagliato o cosa ci sia sfuggito. Pensiamo di avergli dato

tutto l’amore possibile, di avergli garantito tutto quello che un genitore può mettere a disposizione del figlio. Aveva 21 anni,  ma era già un uomo. Io alla sua età non avevo molto, anzi, stavo per trasferirmi in Italia per creare una vita, una famiglia, con tutti i problemi che potevo avere in quel periodo, non ho mollato e ho lottato. Ognuno è fatto però a modo suo, con le sue debolezze, fragilità, il suo carattere. Credo di aver fatto insieme a mia moglie, tutto quello che potevamo fare per lui. Se devo pensare ad un messaggio da condividere con voi genitori è di capire che non siete i vostri figli. Che per quanto vi sforziate, non capirete mai fino in fondo la loro natura. Allo stesso tempo ci sentiamo di dire ai giovani di cercare di aprirsi il più possibile con i propri genitori, anche se pensate che non ne valga la pena, anche se pensate che possa essere stupido parlarne, anche se in realtà non trovate le parole ma avete bisogno di sostegno, chiedete aiuto”.

Una comunità stretta attorno alla famiglia Gacic

Ai funerali la chiesa era gremita:  più di 300 persone arrivate da ogni angolo d’Italia ma anche dall’estero, tutti a dare forza alla famiglia e a porgere l’ultimo saluto a Gabriel.

La famiglia ha deciso quindi di fare una serie di ringraziamenti per tutte le persone che in questi giorni sono stati di supporto: “Ci teniamo molto nel fare alcuni ringraziamenti, agli infermieri che si sono presentati in quel momento tragico, in particolare uno di loro, che non dimenticherò mai, che poi è stato anche al funerale, che ci ha incoraggiato, ci è stato vicino proprio in quel giorno terribile.

Ringraziamo molto il sindaco di Thiene Giampi Michelusi che si è presentato il giorno stesso e a quelli a venire, ringraziamo tanto Don Antonio, parroco della chiesa della Conca, che ci ha messo a disposizione uno spazio per noi per svolgere il pranzo commemorativo al defunto, come si usa nella nostra religione ortodossa Dalibor Djukic (in cirillico Далибор Ђукић), le nostre usanze prevedono che dopo il funerale si faccia anche un pranzo come ringraziamento alla vita che ha avuto. Ci ha addirittura dato disponibilità della chiesa, ma non è la prassi, in questo caso dopo il funerale si prosegue per 40 giorni, 6 mesi e un anno e al termine di un anno si finisce il ciclo di saluto. Ringraziamo tanto anche il nostro prete della chiesa Ortodossa, per tutto quello che ha fatto per noi e per la sua vicinanza.”.

Un’ondata di affetto che la famiglia non aveva previsto e che, vista la circostanza, non ne ha preso coscienza fino a quando, soli con i loro pensieri, si sono resi conto di quanto amore avessero ricevuto.

“Ringraziamo Federico Mojentale, Alexandros Zachos e Giulia Scanavin per tutto il loro supporto. Ringraziamo tanto tutti i nostri familiari, gli amici, i colleghi di lavoro di entrambi. Sono tutti venuti da noi e hanno pensato a tutto loro, abbiamo ricevuto l’affetto e il sostegno da tanti parenti, da tutta Italia ma anche dall’estero. Il calore umano è arrivato anche da chi non conoscevamo ma sono comunque venuti al funerale. Purtroppo non ero in grado quel giorno, né io né la mia famiglia, di vedere e capire quanta gente c’era attorno a noi, ma adesso diciamo a tutti grazie per il vostro sostegno”.

Durante il funerale un’anima ha avuto la forza di dire qualche parola per l’amico scomparso, Nikolina Popadic, compagna di asilo di Gabriel: “Ha avuto il coraggio di leggere una lettera per Gabriel, l’ha scritta la notte prima del funerale e quando mi hanno proposto la lettura ho accettato, ma non avevo pensato ad un problema di traduzione linguistica, perché la lettera è stata scritta e letta in lingua serba, quindi molti italiani non hanno capito cosa voleva dire Nikolina, non avevamo idea che ci sarebbero state così tante persone.

Per questo motivo la famiglia ha deciso di pubblicare la lettera tradotta in italiano e in lingua serba, in modo che tutti possano comprenderne le parole.

Lettera in serbo

Dragi prijatelji,

hvala svima sto ste danas dosli da ispratimo kako dolikuje naseg dragog Gabriela. Tesko je u uvom trenutku pronaci prave rijeci da bi opisali bol i osecaj praznine sto vladaju medju nama, mozda je i nemoguce.

Gabriel je bio vrlo inteligentan, ambicijozan: uvijek je postavljao pametna pitanja i bio spreman da nauci od nekog iskusnijeg od sebe. Bio je skroman, vrlo dobro vaspitan, postovao je druge. Ali on je bio mnogo vise od toga.

Gabriel je bio posebna osoba, poznavali vi njega od cijelog zivota ili samo od dva minuta, odmah se u njegovim ocima mogla vidjeti neizmjerna dobrota. Bio je velikodusan i stavljao potrebe drugih uvijek na prvo mjesto kako bi njima pomogao. Sa svojim osmijehom i energijom uvijek se trudio da drugima bude dobro. I uspijevao je u tome. U njegovom drustvu svako se oseco tako, svako se oseco prijatno, prihvaceno, vidjeno, postovano, voljeno.

Gabriel je bio mlad ali mogao je biti uzor svima nama. On je htjeo da uci od drugih, a mozda nije bio ni svjestan koliko drugi mogu nauciti od njega. Ali mi jesmo svjesni. Mi danas ti obecajemo, Gabriele, da sve cime si nas naucio cemo uvijek nositi sa sobom, u djelima, trudicemo se svaki dan da budemo dobri i neiskvareni kao ti.

Dragi Sanja, Sasa i Viktor, znam da ne postoje rijeci koje mogu ovu tragicnu situaciju da olaksaju, samo ovo zelim da vam kazem u ime svih nas: niste sami. Ovdje smo danas u velikom broju da vam pokazemo da niste sami. Teret koji trebate da nosite je ogroman ali zajedno smo ovdje da vam malo olaksamo, podijeliti cemo taj teret, bicemo podrska jedni drugima, kako bi Gabriel zeleo. Zato sto je on to zasluzio, ali ste i vi to zasluzili: vi ste tako prelijepu dusu odgojili i njegovali u vasoj porodici.

Gabriele,

hvala ti sto si dopustio da budemo dio tvog zivota.

Hvala ti na svemu sto si sa nama podijelio i na dubok trag koji si ostavio.

Hvala ti sto si bio tako dobar.

Hvala ti za tvoj prelijep osmijeh koji nikad necemo zaboraviti.

Hvala sto si svakog od nas ucinio boljim.

Volimo te Gabi, pocivaj u miru.

 

Lettera in italiano

Cari amici,

grazie a tutti per essere venuti qui oggi a porgere l’ultimo saluto al nostro caro Gabriel. È difficile in questo momento trovare le parole giuste per descrivere il dolore e la sensazione di vuoto che dominano tra di noi, forse è anche impossibile.

Gabriel era brillante, ambizioso: faceva sempre domande intelligenti ed era pronto ad imparare da quelli con più esperienza di lui. Era umile, molto educato, rispettava gli altri. Ma lui era molto più di questo.

Gabriel era una persona speciale, che lo conosceste da tutta la vita o solo da due minuti, potevate vedere subito nei suoi occhi un’immensa bontà. Era generoso e metteva sempre al primo posto i bisogni degli altri per aiutarli. Con il suo sorriso e la sua energia si impegnava sempre affinché gli altri stessero bene. E ci riusciva. In sua compagnia chiunque si sentiva così, chiunque si sentiva a proprio agio, accettato, visto, rispettato, amato.

Gabriel era giovane ma poteva essere un esempio per tutti noi. Lui voleva imparare dagli altri, ma forse non era nemmeno consapevole di quanto gli altri potessero imparare da lui. Però noi ne siamo consapevoli. Oggi ti promettiamo, Gabriel, che porteremo sempre con noi, nei fatti, tutto ciò che ci hai insegnato, ci impegneremo ogni giorno ad essere buoni e puri come te.

Cari Sanja, Sasa e Viktor, so che non esistono parole che possano alleviare questa tragica situazione, vi voglio dire solo questo in nome di tutti noi: non siete soli. Siamo qui oggi in gran numero per mostrarvi che non siete soli. Il peso che dovete portare è enorme, ma siamo qui insieme per attenuarlo, condivideremo questo peso, saremo un sostegno gli uni per gli altri, come vorrebbe Gabriel. Perché lui se lo merita, ma lo meritate anche voi: voi avete cresciuto e protetto un’anima così bella nella vostra famiglia.

Gabriel,

grazie per averci permesso di essere parte della tua vita.

Grazie per tutto quello che hai condiviso con noi e per il segno profondo che hai lasciato.

Grazie per essere stato così buono.

Grazie per il tuo stupendo sorriso che non dimenticheremo mai.

Grazie per aver reso ciascuno di noi una persona migliore.

Ti vogliamo bene Gabi, riposa in pace.

 

Fotogallery in sua memoria in seguito

Laura San Brunone

 

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