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Thiene. Decine di pesci morti in roggia e odore nauseante. Il sindaco: “Non possiamo salvarli dalla siccità”

Prima l’odore nauseabondo e infestante, poi la scoperta: decine di pesci in fase di decomposizione. Il luogo del ritrovamento è la roggia presente nel vicolo Malcantone dove, nella notte tra il 20 e il 21 luglio, alcuni passanti hanno filmato la secca con diversi pesci morti, tra i quali scardole, cavedani e alcune trote, mentre i pochi rimasti vivi cercano di saltare in piccole pozzanghere d’acqua per tentare la sopravvivenza, incastrati tra le alghe e rifiuti. La scena risulta essere raccapricciante anche per i bambini che solitamente si affacciano ad osservarli e che questa volta hanno assistito ad una versione della natura differente dalla solita, dove i protagonsti diventano i gatti che si riuniscono per far man bassa delle vittime della siccità.

Alcuni si chiedono se non fosse stato possibile prevedere e prevenire questa situazione nella roggia thienese e ci si chiede se ci sia stata una mancanza di supervisione da parte del Comune e degli enti preposti. “Il Consorzio di bonifica alla pianura Veneto tramite l’assessor Zavagnin, è già stato attivato” asserisce il nuovo sindaco di Thiene Giampi Michelusi” e l’associazione pescatori sta provvedendo per quanto possibile. Purtroppo si tratta di una situazione che non possiamo contenere. Come Comune abbiamo definito la chiusura delle fontane in città, ma per la fauna che soffre possiamo fare ben poco”. Dello stesso parere è la presidentessa dell’associazione Enpa Thiene-Schio Federica De Pretto, che rammaricata comunica “Purtroppo questa siccità sta mietendo vittime tra gli animali. Anche i selvatici, in particolare gli uccelli, sono in difficoltà. Qualcuno avrebbe potuto fare qualcosa? Non sono in grado di dirlo”.

Una siccità che sta colpendo tutta l’Italia da mesi, in particolare per il Veneto è stata firmata qualche giorno fa una nuova ordinanza dal presidente della Regione Luca Zaia, provvedimento che ha l’obiettivo di garantire la dotazione idrica presente nei bacini e nei fiumi per il fabbisogno umano e irriguo. Una situazione per nulla positiva quella che emerge dal documento, il quale mette in evidenza un peggioramento del quadro complessivo con situazioni particolarmente gravose nei distretti del Brenta e del territorio orientale della Regione, evidenziando che la risalita del cuneo salino, non solo lungo il Po ma anche lungo l’Adige, è soggetto a portate ridotte, anche al di sotto di 50 mc/sec, acutizzando la criticità in materia di approvvigionamento idropotabile.

Laura San Brunone

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