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Schio.Evasione per 1mln: scoperti ‘mago’ e dentista che facevano affari in nero

Era solito dichiarare circa il 50% di quanto effettivamente incassava con la sua attività di odontoiatra, nascondendo al Fisco oltre un milione di euro accumulato nel giro di pochi anni. Non poteva immaginare che da tempo gli investigatori della Tenenza di Schio stavano osservando la sua attività di medico dentista, sospettando una maxi evasione.

 A seguito di una verifica fiscale è stato minuziosamente ricostruito il giro d’affari del professionista. In particolare, nel corso dell’intervento sono state rinvenute due agende manoscritte, nelle quali, accanto ai nominativi dei pazienti, erano indicati gli importi riscossi per le prestazioni di servizio rese. Le agendine, accuratamente esaminate dai Finanzieri, riportavano, infatti, tra le varie annotazioni, alcune sigle che attestavano, nel giorno in cui erano state rese, l’effettuazione delle prestazioni sanitarie in evasione d’imposta: “Ac SF” per indicare “acconto senza fattura”, “Sd SF” sigla riferita al “saldo senza fattura”, mentre in caso di prestazioni fatturate le sigle distinguevano “Ac FT” per “acconto con fattura” e “Sd FT” dal “saldo con fattura”.

In tal modo sono stati recuperati a tassazione i compensi non dischiarati al Fisco per gli anni d’imposta dal 2007 al 2010 per oltre € 920.000,00 e quelli non contabilizzati per gli anni 2011 e 2012 pari a circa € 295.000,00. Lo stesso è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per “dichiarazione infedele”.

L’odontoiatra è stato segnalato alla competente Procura della Repubblica di Vicenza, non solo per il superamento delle soglie di evasione, per l’anno d’imposta 2010, previste dalla normativa tributaria, ma anche per il concorso nel reato di “esercizio abusivo della professione medico-sanitaria” avendo permesso al suo dipendente, in qualità di “assistente alla poltrona”, di effettuare sui pazienti le c.d. “pulizie dei denti” e le radiografie, senza possedere alcun titolo abilitante.

La Tenenza di Schio, nei mesi scorsi ha operato anche il sequestro di due autovetture nei confronti di un noto “operatore esoterico” scledense nei confronti del quale, nel 2008, era stata effettuata una verifica fiscale con la rilevazione di numerose violazioni fiscali, il quale, mediante un sistema di associazioni, è risultato evadere sistematicamente le imposte risultando completamente ignoto al Fisco.

A nulla è valso il tentativo di intestare formalmente a soggetti terzi le ultime due autovetture acquistate, una Mini Cooper e una Daimler Chrysler, che di fatto egli stesso adoperava.

La verifica effettuata nel 2008, infatti, aveva fatto emergere come il citato “operatore esoterico” avesse tentato di celare la reale capacità contributiva al fine di risultare “inaggredibile” da parte del Fisco, pur mantenendo la piena disponibilità di beni mobili ed immobili.

L’attività ispettiva effettuata aveva poi generato il relativo “accertamento” da parte dell’Agenzia delle Entrate, a fronte del quale erano state effettuate le conseguenti “iscrizioni a ruolo” dei debiti erariali, poi notificati, per la successiva riscossione, da Equitalia all’operatore esoterico.

Tali debiti non sono mai stati, nemmeno parzialmente, estinti da parte dell’operatore esoterico, che sosteneva di non essere tenuto a pagare.

Rilevata la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e denunciato alla Procura della Repubblica di Vicenza, nei primi mesi del 2010, nei confronti del citato “mago” fu emesso, dalla predetta A.G., un primo provvedimento con il quale vennero sottoposte a sequestro due autovetture del modello Porsche Cayenne e Porsche Carrera in uso al “mago” che, una volta rinviato a giudizio, fu condannato ad un anno di reclusione e gli furono confiscate le autovetture.

Nonostante l’intervenuta condanna del Tribunale di Vicenza il “mago” ha reiterato la sua condotta, non ritenendola penalmente rilevante.

Infatti, caduto nuovamente nella rete dei controlli, è stato iscritto nel registro degli indagati con un nuovo procedimento a suo carico e, attraverso l’emissione di un secondo decreto, si è proceduto al sequestro delle suddette Mini Cooper e Daimler Chrysler.